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Mafia a Roma, sequestrati beni per 100 milioni

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La Guardia di finanza di Roma ha sequestrato un patrimonio del valore di 100 milioni di euro riconducibile a Cristiano Guarnera, imprenditore arrestato nell’ambito dell’indagine su ‘Mafia Capitale’. Il provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione, a seguito di richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, riguarda, tra l’altro, quote societarie, 178 immobili e 3 terreni. Secondo chi indaga, proprio grazie all’intervento di Carminati alcune delle imprese riconducibili a Guarnera – oggi sequestrate- sono state coinvolte per soddisfare le esigenze connesse al piano di “emergenza abitativa”, promosso dall’amministrazione capitolina, nel quale, grazie alla capacità di penetrazione dell’associazione mafiosa, erano da tempo inserite le cooperative di Salvatore Buzzi.

Il sindaco di Roma Ignazio Marino interpellato sulle intercettazioni relative all’inchiesta Mafia Capitale che riguarderebbero Maurizio Pucci, il ‘candidato’ ad entrare nella nuova giunta come assessore ai Lavori Pubblici, ha detto: “Pucci? No a intercettazioni-pettegolezzo. Non ho alcun commento da fare”. Nelle intercettazioni, pubblicate oggi dal ‘Messaggero’, Salvatore Buzzi sostiene, riferendosi a Pucci che “quello ruba per il partito ma tanta roba gli è rimasta attaccata”.

Ha aggiunto poi il sindaco: “Se da un lato quando ero in parlamento ho sempre sostenuto che fosse uno strumento indispensabile, credo che debba essere utilizzato dai magistrati e non dai giornali per fare pettegolezzi cittadini”. Marino è stato interpellato a margine di una manifestazione sulla bicicletta in città: “Personalmente trovo che quello che è accaduto in questa città sia una ferita molto grave – ha affermato – e il fatto, come ha detto il procuratore Pignatone, che la mafia durante la giunta di Alemanno abbia potuto – sempre nella accuse che la Procura ha fatto – raggiungere posti di vertice è un fatto molto grave. Perché questa è la Capitale di Italia. Sono orgoglioso che ci sia questa discontinuità dal giugno del 2013”.

Michela Russo: