Claudia Priest, operatrice umanitaria, e fratel Gustave Reosse, religioso centrafricano della Congregazione dello Spirito Santo, sono stati liberati. Erano stati rapiti lo scorso 19 gennaio mentre erano in viaggio per distribuire aiuti umanitari alle popolazioni assistite dalla Ong cattolica Coordination diocesaine de la santé (Codis), che opera in Centrafrica. La loro auto era stata attaccata da un gruppo di uomini armati che però avevano lasciato libero il loro autista.
Ad annunciare la liberazione è stato il ministro degli esteri francese Laurent Fabius che ha ringraziato “il governo centrafricano, le autorità religiose e, in particolare, l’arcivescovo di Bangui – mons. Dieudonné Nzapalainga – che ha contribuito attivamente alla liberazione”. In fatti era stato proprio l’alto prelato a gestire fin da subito le trattative con i sequestratori, appartenenti alle milizie anti-balaka. Ma la notizia della liberazione dei due ostaggi è stata quasi immediatamente offuscata dal sequestro di un ministro della Repubblica Centrafricana.
Si tratta di Armel Sayo, ministro per la Gioventù e per lo sport, rapito da un gruppo di uomini armati che ha bloccato la sua auto nel quartiere di Galabadja. Secondo quanto appreso dalle indagine, il rapimento del ministro, ma anche quello dell’operatrice umanitaria e del religioso fanno parte di una serie di sequestri messi in atto nella capitale centrafricana per spingere le forze dell’ordine a liberare il generale Andjilo, uno dei capi delle milizie anti-balaka.