Continua a infittirsi il giallo sulla morte di Imane Fadil, la teste chiave del Ruby ter, deceduta alcuni giorni fa e, ora, al centro di un vero e proprio caso. Sul corpo della modella, dopo l'avanzamento dell'ipotesi di un avvelenamento (anche se non è questa l'unica pista battuta dagli investigatori), è stata disposta l'autopsia e, fino al momento in cui avverrà, a chiunque sarà interdetto l'accesso all'obitorio milanese dove Imane si trova, così come specificato sul fascicolo che la riguarda. L'ordinanza è stata disposta dalla Procura e riguarda, indistintamente, anche i parenti e gli amici della donna, scomparsa lo scorso 1 marzo dopo quasi due mesi di ricovero presso la clinica Humanitas di Milano, dove era arrivata con forti dolori all'addome e altre sintomatologie. Ancora non è chiaro cosa effettivamente abbia causato il decesso anche se la grave condizione fisica della ex modella è stata indicata come in gran parte dovuta al midollo osseo non più in grado di produrre globuli bianchi, così come alle disastrose condizioni di reni e fegato.
L'indagine
Nel frattempo, arrivano i primi risultati sui test per i veleni, svolte dal Centro Antiveleni di Niguarda. Imane Fadil, stando a quanto riferito, sarebbe risultata negativa ai test sulle sostanze più comuni, tra le quali l'arsenico, così come al test per la leptospirosi, quest'ultimo svolto dalla stessa clinica Humanitas, dove la 34enne marocchina è deceduta. Le cartelle cliniche sono ora in mano alla Procura di Milano, la quale ha aperto un'indagine per omicidio volontario. A ogni modo, gli inquirenti non lasciano cadere alcuna ipotesi, procedendo non solo sulla strada dell'avvelenamento ma anche della possibile malattia, come spiegato dallo stesso procuratore Francesco Greco: “E' tutto ancora da accertare. Potrebbe trattarsi anche di una tremenda malattia. Spero che la scienza riesca a risolvere il problema”. Gli stessi medici, ai quali Imane aveva confidato di vivere in una cascina campestre, avevano inizialmente pensato a qualche malattia infettiva, ipotesi poi scartata. Poco prima di morire, la modella aveva raccontato di temere di essere stata avvelenata. A ogni modo, le condizioni del midollo osseo e la grave patologia che lo aveva colpito avrebbero compatibilità con un'eventuale contaminazione di sostanze radioattive.