Treni vecchi, mal funzionanti, perennemente in ritardo. E per di più i prezzi non sono neanche economici. Ci sono migliaia e migliaia di pendolari che tutti i giorni devono affidarsi alla loro buona stella prima di salire su un treno perché si sa a che ora si parte, ma non si sa a che ora si arriverà. Un esempio è il treno di 707 di ieri che viaggiava sulla linea Roma Taranto. Per un blocco a Picerno – Tito, gli sfortunati passeggeri che erano nei vagoni sono arrivati nelle loro case con svariate ore di ritardo. A quanto riferiscono alcuni viaggiatori il treno sarebbe rimasto fermo sui binari per molto tempo a causa di un guasto al locomotore, alcuni di loro in preda all’ansia si sarebbero sentiti male e sembra che siano intervenuti i mezzi di soccorsi del 118. Dopo aver cambiato per due volte il locomotore il treno sarebbe ripartito per accompagnare – finalmente – i viaggiatori a destinazione. A quanto pare, nonostante l’arrivo delle “Frecce”, Trenitalia non sta godendo di un momento favorevole.
Sono molti i pendolari che lamentano la scarsezza dei servizi, i ritardi, i vagoni troppo affollati, passaggi a livello che restano presi e l’aumentare delle tariffe. Qualche giorno fa i pendolari calabresi, soprattutto quelli della linea Catanzaro Lido – Crotone. Alcuni treni usati dai lavoratori sono stati soppressi, altri hanno subito delle variazioni di orario che non agevolano coloro che devono “marcare il cartellino”. E proprio oggi per denunciare la situazione di “quasi degrado” delle ferrovie italiane, Legambiente ha diffuso in un suo comunicato “Le 10 peggiori linee d’Italia per i pendolari nel 2014”. “Altro che Sblocca Italia per i pendolari il servizio, in larga parte delle Regioni, è andato peggiorando e continuerà a vedere tagli per la riduzione e l’incertezza delle risorse. – denuncia il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – Per quei tre milioni di cittadini che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare o gli studenti per raggiungere scuole e università, la situazione diventa sempre più difficile a causa di treni troppo spesso vecchi, lenti e in ritardo. Autentici drammi giornalieri si vivono sulle linee della Campania, del Veneto, del Piemonte o del Lazio”.
Secondo Legambiente, le linee peggiori sono Roma Termini-Ciampino-Castelli Romani che ha una infrastruttura vecchia e che a Ciampino diventa una linea unica per le tre direttrici; la linea Circumflegrea dove spesso si registrano sovraffollamenti e ritardi e le stazioni sono in degrado e fatiscenti; la linea Bergamo-Milano dove i tempi di percorrenza sono rimasti uguali a quelli di 30 anni fa, nonostante i recenti miglioramenti e investimenti effettuati; la linea Siracusa-Ragusa-Gela che collega due importanti province ma non ancora elettrificata e con un solo treno diretto che collega le due città. La lista continua, ma i problemi sono sempre gli stessi: lo Stato continua a tagliare i fondi per i trasporti pubblici su ferro e su gomma. Le regioni che dovrebbero investire e gestire le linee pendolari non prevedono nel loro bilancio rimodernamenti delle stazioni e tanto meno dei treni, con la conseguenza che a farne le spese sono i pendolari.