Clamorosa svolta nel caso di Marianna Greco, la 37enne di Novoli (Lecce), morta il 30 novembre 2016 a causa di quattro coltellate. A tre anni di distanza dal fatto la Porcura di Lecce ha deciso di riaprire il caso che inizialmente era stato “etichettato” come suicidio. Adesso gli inquirenti pugliesi stanno riesaminando il fascicolo del suo caso con l'ipotesi omicidio volontario; con al momento un unico indagato, il marito di Marianna: Emanuele Montinaro, 43 anni di Campi Salentina.
La ricostruzione della vicenda
Inizialmente nei confronti del coniuge della vittima, come riportano alcuni quotidiani locali, si è proceduto per istigazione al suicidio. Poi, martedì scorso, 28 maggio, Montinaro è stato interrogato e ha ribadito che Marianna si è suicidata in casa con coltellate alla gola, tesi quest'ultima sulla quale aveva concluso, all'epoca dei fatti, il medico legale dopo l'esame esterno del cadavere. Ma a questa tesi non ha mai creduto la sorella gemella di Marianna che con tenacia non ha mai fatto spegnere l'attenzione sul caso. A sollevare dubbi sull'ipotesi di istigazione al suicidio anche il rapporto, a detta dei parenti di Marianna, burrascoso fra la vittima e il coniuge. Però la svolta decisiva che di fatto ha riaperto il caso è intervenuta grazie all'operato del medico legale della famiglia di Marianna. “Tagli da difesa alle mani – ha detto Giuseppe Fortuni a Repubblica – e coltellate di direzione e intensità difficili da infliggersi da soli”. Come detto, adesso si procede per omicidio volontario, il fascicolo è in mano al pm Stefania Mininni, la quale ha spiegato: “E' assolutamente necessario, per fugare ogni dubbio in ordine alla dinamica degli accadimenti che hanno determinato il decesso, disporre nuovi accertamenti“.