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L’addio a Maria Paola, don Patriciello: adesso taccia l’odio

Il fratello Michele, accusato di omicidio preterintenzionale, avrebbe voluto assistere ai funerali.

Don Maurizio Patriciello, durante l’omelia del funerale di Maria Paola Gaglione, ha affermato: “Qui siamo in chiesa, il luogo dove l’odio tace. Non c’è posto per l’odio in chiesa”.Ora, in una bara bianca giace la giovane morta durante l’inseguimento del fratello Michele, che non accettava la sua relazione amorosa con Ciro, un ragazzo transgender.

L’omelia è stata incentrata sul piano teologico, sui temi della morte e della Resurrezione, senza fare riferimenti specifici ai fatti di cronaca. Il parroco dopo aver ricordato di aver battezzato Paola il 15 giugno 2003, ha concluso con queste parole : “Paola, perdonaci. Tutti noi, sacerdoti e laici, per non essere stati capaci di custodire questa tua fragile e preziosissima vita“.

Il fratello Michele

Michele Antonio Gaglione avrebbe voluto assistere ai funerali. Il giovane di 30 anni è accusato di omicidio preterintenzionale ai danni di Maria Paola. Secondo gli inquirenti sarebbe avvenuto la notte tra venerdì e sabato scorsi ad Acerra, in provincia di Napoli, al termine di un tragico inseguimento.

Tramite i suoi legali, Michele avrebbe voluto, dunque, presentare istanza, ma sarebbe stato inutile. Domenico Paolella, legale del ragazzo, ha dichiarato: “Non saremmo riusciti ad avere il nullaosta, soprattutto perché deve rispettare la quarantena prima di uscire dal carcere. Appena sarà possibile si recherà in cimitero, noi faremo certamente istanza. Ora sussistono ostacoli”.

Ieri, Fortuna Basile, Gip di Nola (Napoli), ha confermato la custodia cautelare in carcere nei confronti di Michele, ritenendolo “incapace di controllare le proprie pulsioni aggressive” e dotato, quindi, di “una accentuata pericolosità sociale”. Gli avvocati del giovane Gaglione hanno annunciato che presenteranno ricorso al Tribunale del Riesame.

L’ultimo saluto di Ciro

Due ore prima dell’inizio dei funerali della giovane, è stato appeso fuori dalla chiesa del parco Verde di Caivano un manifesto inviato da Ciro, il suo ragazzo. Sul cartellone ci sono quattro foto dei due giovani insieme, un cuore con i loro nomi e un lungo messaggio d’addio di Ciro: “Correvamo solo verso la nostra libertà, o almeno credevamo di farlo, verso la nostra piccola grande felicità. Ovunque sarai, il mio cuore sarà lì con te. Ti amerò oltre le nuvole. Ciro”. Ciro, grazie ad un permesso della Procura, è stato scortato dalla Polizia per poter dare l’ultimo saluto a Maria Paola Gaglione, rendendo omaggio alla salma della giovane, prima che il feretro giungesse a Caivano.

Le parole di un amico di famiglia

Bruno Mazza, amico della famiglia Gaglione e fondatore dell’associazione “Un’infanzia da vivere” che aiuta i bambini del Parco Verde ed è finanziata da Fondazioni e dalla parrocchia, ha tenuto a precisare: “L’orientamento sessuale non c’entra. La reazione di Michele, che pagherà per quello che ha fatto, è la reazione di un fratello che vedeva Maria Paola sbandata, accanto ad uno che aveva problemi con la giustizia, e andava a firmare ogni giorno in caserma”. Mazza ha, poi, proseguito raccontando che: “Maria Paola aveva uno zio omosessuale, che ha vissuto con loro 35 anni, senza alcun problema. Ma ora Maria Paola dormiva ogni giorno in una casa diversa, non aveva neanche dove farsi la doccia, il problema era questo”.

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