Nella perizia psichiatrica realizzata da Massimo Picozzi, incaricato dal presidente della Corte d'Assise di Macerata, Luca Traini viene descritto come “capace di intendere e di volere”. Il giovane di Tolentino che, appresa la notizia della brutale uccisione di Pamela Mastropietro, si mise a sparare in strada in una zona frequentata abitualmente da spacciatori nigeriani e si consegnò ai carabinieri davanti ad un monumento ai caduti,bardato con una bandiera italiana, si ritrova imputato per tentata strage nel processo iniziato a maggio scorso.
La perizia
La difesa dell'avvocato di Traini sembrava puntare sul riconoscimento della semi-infermità mentale dell'imputato. L'esito della perizia richiesta dalla Corte d'Assise, però, contesta questa ricostruzione. A realizzarla è stato Massimo Picozzi, criminologo noto per le sue apparizioni televisive. In essa, si legge: “Un soggetto con tratti disarmonici della personalità che però non si traducono in un quadro patologico capace di incidere sulla capacità di intendere e di volere. Né al momento dei fatti per cui è imputato, né attualmente”. Una versione contrastante con quella fornita dal professor Giovanni Battista Camerini di Bologna, docente di psichiatria forense dell'età evolutiva presso le Università di Padova e La Sapienza, e consulente della difesa per il quale Traini risulterebbe parzialmente incapace di intendere e di volere a causa di un disturbo bipolare.
La difesa
Sulle condizioni del giovane detenuto, l'avvocato Giulianelli, suo difensore, ha detto al “La Repubblica”: “Durante questo periodo gli sono stati dati farmaci per stabilizzare l'umore ed è stato sottoposto a sedute per attenuare i tratti della personalità borderline“. La difesa aveva chiesto il giudizio abbreviato al processo in corte d'Assise per la sparatoria di Macerata.
Il movente
Subito dopo l'arresto, Traini aveva confessato al pm di aver deciso di armarsi e sparare dopo aver sentito alla radio la notizia dell'uccisione di Pamela Mastropietro, 18enne assassinata e il cui cadavere fu ritrovato in due valigie ai margini di una strada periferica di Macerata. Per l'omicidio della ragazza era stato arrestato Innocent Oseghale, spacciatore nigeriano accusato di aver violentato, ucciso e fatto a pezzi il cadavere di Pamela. La notizia di questo fatto delittuoso avrebbe spinto Traini ad agire per spirito di vendetta, con l'intento di 'dare una lezione' ai pusher africani della sua città. Nell'interrogatorio, durante il quale Traini aveva voluto ricordare Pamela ribadendo il movente del suo raid nel quale sono stati colpiti sei cittadini stranieri, si era detto pentito solo per il ferimento casuale di una ragazza nigeriana, Jennifer, non per gli altri.