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La mafia nigeriana internazionale dietro la prostituzione

Arresti a tappeto in tutta Italia da parte della Polizia di Stato nei confronti di due clan mafiosi nigeriani. Una vera e propria rete criminale su cui ora gravano circa trenta misure cautelari eseguite in Puglia, Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Abruzzo, Marche, Emilia Romagna e Veneto. L'operazione è stata resa possibile grazie alla sinergia fra la Squadra mobile di Bari, il coordinamento del Servizio Centrale Operativo e l'ausilio della Divisione Interpol del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia. Un task force dedicata, a cui va il merito di aver sgominato le ramificazioni di quella che, stando alle indagini, sarebbe, a tutti gli effetti, una vera e propria rete criminale radicata anche all'estero, in Germania, Francia, Olanda e Malta.

L'operazione

Stando a quanto riferisce Repubblica, il “quartier generale” del clan mafioso era in un primo momento sito nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Bari-Palese, per poi strutturarsi in modo più organico presso il quartiere di Libertà, nel capoluogo pugliese. Per la rete criminale, la principale fonte di guadagno era la prostituzione coatta di giovani donne, spesso connazionali nigeriane, assoggettate ai loro protettori e private di ogni libertà. Punto di partenza è stato proprio il Cara, dove i pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, Simona Filoni e Lidia Giorgio, hanno rilevato violenze e svariati episodi di aggressione fisica perpetrati da piccole gang libere di agire in loco. Tra gli episodi, sono emerse diverse violenze per mezzo di armi, come risse e accoltellamenti, ma anche psicologiche, con il ricorso alla violenza e all'intimidazione.

L'operazione “The Travelers”

Nella giornata di ieri, la Polizia di Teramo ha smantellato un'altra associazione criminale gestita da nigeriani, arrestando ben otto persone che erano pronte a ritornare nel loro Paese. L'operazione, nota sotto il nome The Travelers, è stata condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia dell'Aquila e ha portato all'arresto di 4 uomini e altrettante donne fra i 24 e 42 anni. Anche in questo caso, sugli arrestati pesano le accuse di tratta di esseri umani, cui s'aggiungerebbero quelle di illecita intermediazione finanziaria, autoriciclaggio e riciclaggio transnazionale: stando alle indagini, gli incriminati avrebbero fatto la spola fra Nigeria e Italia per trasportare denaro sporco da riciclare, per un valore complessivo di 7,5 milioni di euro; parallelamente, avrebbero improntato un sistema volto ad indurre giovani donne alla prostituzione coatta.

L'impegno di don Buonaiuto

Don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII, è da sempre in prima linea nel contrasto alla prostituzione coatta e alla tratta di donne. Nella sua esperienza, iniziata seguendo le orme di don Oreste Benzi, ha avuto modo di toccare la disumanità e l'assoggettamento di vittime vulnerabili, che spesso la stessa società non vuole vedere. Per una maggiore consapevolezza, Don Buonaiuto lotta ogni giorno, perché sia sempre più chiaro che anche colui che reitera il “vizio schifoso” della tratta si consideri parimenti responsabile. Al tema, il sacerdote ha dedicato il libro Donne Crocifisse (edizioni Rubbettino), con la prefazione curata da Papa Francesco, il quale sostiene con fermezza la lotta di don Buonaiuto contro quella che è – mutuando le sue parole – la “cultura dello scarto“. 

 

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