Il Tribunale del Riesame di Catania ha deciso: Veronica Panarello, la 26enne accusata di avere ucciso, il 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina, il figlio Loris di 8 anni resta in carcere. Ieri durante l’ udienza, la Procura di Ragusa ha confermato la sua ricostruzione basata anche sui filmati delle 41 telecamere di sistemi di sorveglianza presenti nel paese del Ragusano che, secondo i pubblici ministeri, dimostrano senza dubbio che quel giorno la mamma non ha accompagnato il figlio a scuola, che non ha seguito lo stesso percorso dei giorni precedenti e per due volte è passata velocemente davanti alla strada del Mulino Vecchio, dove sei ore dopo è stato trovato il corpo del bambino.
Ma lei,Veronica, ha sempre negato, anche davanti ai video, sia al Gip di Ragusa, che ne ha ordinato l’arresto, sia ai giudici del Tribunale del riesame di Catania.
Anche ieri, presente in aula, Veronica Panarello ha ribadito la sua innocenza, piangendo di fronte alle immagini del figlio.
Secondo la consulenza della difesa, il decesso del bambino sarebbe avvenuto non tra le 9 e le 10 del mattino, come sostiene l’accusa, ma diverse ore dopo, scagionando quindi la mamma che era a Donnafugata a seguire un corso e poi a scuola a prendere Loris. Una tesi che è stata poi contestata con fermezza dalla Procura, che sostiene le perizie eseguite da due medici legali, uno dei quali un esperto del settore della polizia scientifica di Roma. Per l’accusa invece tutti gli indizi sono univoci e portano a Veronica Panarello.
Di ghiaccio restano ancora i contatti tra Veronica e la famiglia. Le sono rimasti vicini la zia materna, Antonella Stival, che chiede l’esame del Dna di tutti quelli che conoscevano Loris per scagionarla, e suo padre Francesco Panarello.