Un percorso di radicalizzazione iniziato e proseguito sul web, arrivando a maturare un unico obiettivo: la Casa Bianca. Questa, in estrema sintesi, la storia di Hasher Jallal Taheb, 21enne finito nel mirino dell'Fbi che, su di lui, ha avviato un'indagine approfondita al fine di identificare i suoi obiettivi che, a quanto pare, comprendevano la sede del presidente degli Stati Uniti ma anche altre zone sensibili come gli uffici federali di Washington e, pare, addirittura la Statua della libertà a New York. Come spiegato dal procuratore B.J. Park, “il suo presunto intento era quello di attaccare la Casa Bianca e altri target nell'area di Washington, indicando di voler colpire il Washington Monument, il Lincoln Memorial e una particolare sinagoga”. Dichiarazioni rilasciate nel corso del breve colloquio di Taheb avvenuto con il magistrato, poco dopo il suo fermo.
Il fermo
Altro obiettivo del giovane radicalizzato, sarebbe stato l'espatrio verso Paesi dove sono in attività gruppi di jihadisti, come confermato anche dal procuratore in fase di esposizione. L'Fbi ha inoltre affermato che con il suo arresto la minaccia è stata sventata, in quanto l'uomo avrebbe avuto intenzione di agire in solitaria: “L'indagine continua ma al momento riteniamo che Taheb agisse da solo – ha affermato l'agente speciale dell'Fbi di Atlanta, Chris Hacker -. L'arresto di Taheb è avvenuto infatti in Georgia, dove risiedeva nella cittadina di Cumming, nella quale sono in corso le perquisizioni delle Forze speciali. Le maglie della giustizia, invece, si sono chiuse su di lui a Buford, dove nei giorni scorsi si era incontrato con una fonte dell'Fbi e un agente sotto copertura in un parcheggio, dove sarebbe dovuto avvenire uno scambio tra la sua auto e alcuni fucili d'assalto, oltre a vari ordigni esplosivi di diverso tipo. Lo scambio era stato allestito ma gli agenti sotto copertura avevano predisposto il fornimento di armi rese inutilizzabili. Dopo il caricamento degli esplosivi, al momento di lasciare il parcheggio sono scattate le manette.