Corpo devastato dalle ferite e dagli abusi sessuali, unghie strappate e naso completamente tagliato via da un coltello. È questa la condizione di Gul Chaman, la ventiduenne che questa mattina è stata ricoverata all’ospedale di Daikundi, provincia centrale dell’Afghanistan. La donna, madre di una bambina di sei anni, ha subito violenze fisiche e sessuali da parte del marito per anni, fuggito ieri sera dopo che, in seguito all’ennesimo attacco d’ira – probabilmente provocato da abuso di droga – le ha tagliato via il naso e l’ha minacciata di decapitare sua figlia.
Le autorità locali affermano che Gul, al momento, è ricoverata sotto choc in attesa di essere trasferita presso Kabul per ulteriori trattamenti, e che il marito non è ancora stato rintracciato: “Probabilmente – hanno spiegato le forze dell’ordine alla stampa locale – l’uomo aveva progettato tutto: tagliarle il naso, minacciarla e poi fuggire”.
Quella di questa notte, per la ragazza, è stata la più devastante delle numerosissime torture a cui è stata sottoposta durante gli anni passati, e la direttrice provinciale per la difesa delle donne, Zakia Rezaye, ha affermato che “le ragioni principali che potrebbero averlo portato a compiere il tragico gesto non sono ancora chiare. Tuttavia, povertà, abuso di stupefacenti, assenza di legislazione contro la violenza sulle donne e perpetrazione impropria di prepotenza sono i motivi principali per cui spesso avvengono questi terribili abusi ”.
Secondo l’Organizzazione Non Governativa Action Aid, nel Paese si verificano ogni giorno centinaia di casi di violenza di genere fisica, verbale e psicologica. I responsabili degli abusi sono nella maggior parte dei casi membri della famiglia, come padri e fratelli, e questo è uno dei motivi principali per cui le donne si sentono ancora più sole e prive di punti di riferimento.