Quattro mesi e 10 giorni di carcere, più il pagamento di un’ammenda di seimila euro. E’ la pena a cui sono stati condannati Paolo Cipriani e Massimiliano Tulli, rispettivamente ex direttore generale ed ex vice direttore dello Ior. Ai due ex dirigenti della banca vaticana sono state concesse la sospensione della pena e le attenuanti generiche.
Il caso
Cipriani e Tulli sono accusati di aver violato le norme antiriciclaggio. Ciò che l’accusa ha contestato ai due dirigenti è una serie di omissioni, legate ad operazioni ritenute sospette. In particolare i due avrebbero omesso alla Jp Morgan “informazioni sullo scopo e sulla natura” di tre operazioni bancarie, riferite al trasferimento di 120 mila, 48 mila e 100 mila euro.
I due sono stati però assolti perché il fatto non sussiste dal presunto riciclaggio per cui la Procura sequestrò nel 2010 i 23 milioni di euro destinati a essere trasferiti, su input dell’allora dirigenza Ior, da una filiale del Credito Artigiano alla Banca del Fucino e alla J.P. Morgan Frankfurt in violazione della normativa antiriciclaggio. I pm ritenevano che i due imputati omisero di “indicare, benché richiesti dal Credito artigiano, le generalità dei soggetti per conto dei quali si dava esecuzione alle operazioni e omise di fornire, allo stesso istituto, informazioni sullo scopo e sulla natura prevista dal rapporto continuativo”.