Un giovane di 16 anni è stato ucciso in Kashmir durante una manifestazione di protesta contro il governo indiano. Lo ha riferito Ndtv. A rendere più cruento l’episodio le dichiarazioni dello zio del ragazzo che ha raccontato come gli agenti abbiano dapprima fermato il nipote per poi sparargli a bruciapelo davanti a dozzine di dimostranti. “Il giovane è morto per le ferite da arma da fuoco”, ha riferito un portavoce dell’ospedale locale. L’incidente è avvenuto alla periferia di Srinagar, la capitale estiva della regione himalayana, a maggioranza musulmana. I manifestanti avrebbero lanciato sassi contro le forze dell’ordine che hanno risposto aprendo il fuoco. La polizia ha ammesso che gli agenti hanno agito al di fuori del protocollo, annunciando che farà partire un’indagine sulla vicenda.
La tensione nella regione era alta dopo l’arresto di Masarat Alam, un leader epaeparatista accusato di aver inneggiato al Pakistan durante una protesta antigovernativa pacifica. L’attivista, indagato per sedizione contro lo Stato indiano, è stato rinviato a sette giorni di custodia cautelare. Dopo la preghiera del venerdì sono stati 20 i feriti durante i violenti disordini verificatisi in diverse parti del Kashmir. Le proteste hanno coinvolto anche la cittadina di Tral, a circa 40 km da Srinagar, dove il 13 aprile scorso era stato ucciso uno studente 24enne durante un’operazione militare. Syed Ali Shah Geelani, leader del movimento separatista moderato Hurryat Conference, aveva indetto un corteo ieri da Srinagar a Tral che però è stato fermato dalle autorità.