Tredici soldati paramilitari indiani sono stati uccisi in un attacco maoista nel centro dell’India. Un alto funzionario di polizia dello Stato di Chhattisgarh, R.K. Vij, ha spiegato che l’attacco è avvenuto nel distretto di Sukma, 385 chilometri a sud di Raipur, la capitale dello Stato. I ribelli maoisti operano in 20 dei 28 Stati indiani e sono considerati la più grande minaccia interna alla sicurezza. Stando al ministero dell’Interno indiano, hanno migliaia di combattenti.
La tv locale, citando fonti ufficiali, ha detto che gli insorti hanno usato gli abitanti di un villaggio come scudi umani, mentre la squadra rispondeva al fuoco. Il ministro degli Interni Rajnath Singh ha condannato duramente l’attacco definendolo un atto di “codardia”. Sukma si trova nella regione din Bastar, una roccaforte maoista, dove nel marzo di quest’anno i ribelli hanno ucciso 16 persone, tra cui 15 membri dell’esercito e della polizia. Più di 6.000 persone, tra civili, militanti e personale di sicurezza, sono state uccise nella violenza maoista dal 2005.