Una vicenda che si circonda di un fitto alone di mistero quella di Mattia Dall’Aglio, il nuotatore 24enne rinvenuto privo di vita in una sala pesi privata di Modena, dove si stava allenando. Una morte improvvisa che ha sconvolto e lasciato nel lutto il mondo dello sport italiano e, allo stesso tempo, suscitato dubbi e incertezze su cosa abbia realmente provocato la sua morte in quel drammatico pomeriggio. Dopo aver attribuito le cause della scomparsa del giovane a un malore, gli inquirenti hanno allargato i fronti dell’indagine, arrivando a parlare di “più iscritti nel registro degli indagati”. Nelle ore successive, è arrivata la notizia di due persone soggette a indagine le quali sarebbero il presidente dell’associazione ‘Amici del nuoto’, che ha in gestione la piscina, e un tecnico legato alla stessa struttura . Omicidio colposo: questa l’ipotesi di reato contestata dagli investigatori che, guidati dal sostituto Katia Marino, stanno seguendo per tentare di far luce su questa tragedia che, a distanza di pochissimo tempo, si profila come un caso ben più complesso di quanto non si pensasse.
I filoni d’indagine
Per ottenere qualche risposta certa sulla morte di Dall’Aglio, bisognerà attendere i risultati dell’autopsia, prevista per la giornata del 10 agosto anche se la Procura parla di “una situazione complessa: dobbiamo accertare una serie di circostanze non solo dal punto di vista autoptico”. Parte dell’inchiesta riguarda proprio il luogo in cui il nuotatore ha accusato il malore fatale: una stanza adibita a sala pesi, destinata dai proprietari (i quali sarebbero i Vigili del fuoco) all’utilizzo da parte di società sportive volontarie. Come spiegato dal procuratore capo di Modena, Lucia Musti, durante la conferenza stampa delle ore scorse, quella in cui Dall’Aglio è stato ritrovato “non è una palestra. Una palestra, come sappiamo, deve avere varie autorizzazioni quindi sono diverse autorità che interferiscono… Si tratta di una stanza attrezzata alla buona con macchine, diciamo così, per fare palestra. Questa stanza attrezzata è priva di docce e aria condizionata”.
Dall’Aglio, dal nuoto agli studi
A questo filone d’inchiesta, si aggiungeranno i risultati dell’esame autoptico sul corpo del 24enne, primo e più importante campo di indagine. A essere analizzato, infatti, sarà lo stato di salute del nuotatore il quale, come ipotizzato dal procuratore, potrebbe essere stato affetto da anomalie congenite delle quali non si era a conoscenza. Patologie che, forse, potrebbero aver ricevuto un incentivo all’esplosione fatale proprio dal luogo dove Dall’Aglio si stava allenando. Ma, per l’appunto, per ora si resta nel campo delle ipotesi. Quel che è certo, è la scomparsa di un ragazzo di appena 24 anni, membro della nazionale italiana di nuoto e considerato da chiunque lo conoscesse come un giovane serio, impegnato nell’attività sportiva come negli studi: l’Università di Modena e Reggio Emilia infatti, dove Mattia seguiva il corso di laurea in Marketing e organizzazione d’impresa, conferirà il titolo alla memoria al giovane nella prossima sessione autunnale. Un modo per ricordare il sogno di un ragazzo che era riuscito a coniugare in un solo percorso la sua passione sportiva e le sue aspirazioni per il futuro.