Diciotto le persone indagate per quindici casi di mesotelioma pleurico contratto negli stabilimenti del gruppo Olivetti; undici casi hanno portato al decesso di ex operai o impiegati della nota società informatica. E’ quanto stabilito dalla procura di Ivrea che ha presentato al tribunale la proroga del termine delle indagini preliminari per l’inchiesta Olivetti bis.
Tra i diciotto indagati, molti dei quali già condannati in primo grado lo scorso luglio, figurano nuovamente Carlo e Franco De Benedetti, l’ex ministro Corrado Passera e Roberto Colaninno, assolto in primo grado per il solo caso di lesioni per il quale era imputato. Tra i nomi nuovi quello dell’ex deputato Ds Giorgio Panattoni, 79 anni. Le accuse, a vario titolo, sono di omicidio colposo e lesioni colpose in concorso. Le indagini si chiuderanno ad aprile del prossimo anno.
Il mesotelioma pleurico è una neoplasia che si origina nella pleura, la membrana che avvolge singolarmente ciascun polmone, ed è correlata all’esposizione alle fibre aerodisperse dell’amianto (asbesto), con una latenza temporale particolarmente elevata – quindici-quarantacinque anni – e un decorso di uno-due anni. Poiché l’uso dell’amianto a livello industriale è stato vietato in Italia solo nel 1992 e la malattia ha una latenza anche trentennale, si prevede un livello costante di incidentalità della malattia in Italia fino al 2022 (cioè circa 30 anni dopo il 1992), ed una successiva decrescita dal momento dell’eliminazione dei fattori di rischio, cioè della bonifica dei siti inquinati.
La prima nazione al mondo a parlare della natura cancerogena dell’amianto fu il Regno Unito nel lontano 1930, a seguito di pionieristici studi medici che dimostrarono il rapporto diretto tra utilizzo di amianto e tumori. Ma è stato necessario attendere 53 anni prima che una Nazione bandisse ufficialmente l’amianto: fu l’Islanda solo nel 1983. Attualmente oltre 50 paesi nel mondo – compresa l’Italia – l’hanno bandito dalle molteplici lavorazioni – dai vestiti all’Eternit – in cui veniva utilizzato per la grande versatilità e l’elevata capacità ignifuga delle sue fibre.