Un'enorme colonna di fumo nero si è innalzata nel cielo notturno de Il Cairo: due cisterne della società petrolchimica militare Heliopolis, situate a poche decine di metri dall'aeroporto della Capitale egiziana, sono esplose, provocando un forte boato seguito da un vasto incendio che ha illuminato a giorno la zona. Nell'esplosione sono rimaste ferite due persone: un sergente di polizia e un guardiano, entrambi caduti da una torre di controllo per lo spostamento d'aria.
La scintilla
Le fiamme sono state domate rapidamente dalle squadre della difesa civile della società. Un portavoce dell'esercito, parlando con i giornalisti, ha descritto le cause che hanno innescato l'esplosione e l'incendio. Per i militari, l'alta temperatura che si è sviluppata nella zona avrebbe innescato la scintilla. In effetti, la colonnina di mercurio al Cairo durante il giorno è salita sopra i 34 gradi, ma nel luogo in cui si trovavano le due cisterne, a causa dei materiali chimici, la temperatura registrata è stata anche più alta. Ai media, il portavoce ha poi precisato che la società Heliopolis appartiene al Ministero dell' Industria militare.
La segnalazione
Il denso fumo nero e le alte fiamme hanno mandato in tilt non solo il corretto funzionamento dell'aeroporto, ma anche le notizie diffuse dai media locali. Nelle fasi immediatamente successive all'esplosione, infatti, le prime notizie battute dall'emittente saudita Al Arabiya sono state contraddittorie. L'incidente era stato segnalato in un deposito di carburanti all'esterno del recinto aeroportuale ed era stata annunciata la sospensione temporanea dei voli in partenza e in arrivo al Cairo. Subito dopo, però, il Ministro dell'Aviazione Civile ha smentito queste informazioni, precisando che “il traffico aereo non è mai stato sospeso”. I militari hanno avviato un'indagine per accertare le circostanze dell'esplosione e quantificare i danni.