Padre William Walter Rozario, il prete bengalese di 40 anni della diocesi di Rajshahi di cui si erano perse le tracce lunedì scorso – prima dell'arrivo di papa Francesco in Bangladesh – e poi ritrovato dalla polizia a Syleth, nel Nordest del paese, è stato rilasciato dalla polizia e si trova ora nella residenza del vescovo di Rajshahi, mons. Gervas Rozario, dove si tratterrà per alcuni giorni o settimane. Secondo fonti dell'agenzia vaticana Fides, il prete è in evidente stato di alterazione psicologica, è traumatizzato dall'esperienza vissuta e fatica a parlare. Il vescovo ha ora disposto un periodo di riposo per il sacerdote, sperando che pian piano riacquisti tranquillità e smaltisca l'esperienza subita.
La vicenda del presunto sequestro resta tutta da chiarire perché la polizia bengalese sostiene che il sacerdote si sia allontanato da solo e non abbia subito alcuna violenza, ma che sia “mentalmente instabile”. La Chiesa locale è tuttora convinta che si sia trattato di un sequestro, ma ora si intende far trascorrere un po' di tempo, nell'attesa che padre Rozario possa raccontare la sua versione dei fatti e ricostruire l'accaduto. Il prete comunque non è stato denunciato dalle forze di polizia né incriminato da un tribunale. “Siamo tuttora convinti che sia stato rapito. Ora lasciamo che recuperi energie fisiche e mentali. Aspetteremo un chiarimento” dice a Fides un prete locale, vicino a padre Rozario, asserendo che “non ci sono elementi per stabilire che sia malato mentalmente”. In una conferenza stampa tenutasi sabato a Natore la polizia ha sostenuto che padre Rozario non è stato sequestrato, ma che si era allontanato dalla diocesi per sua volontà. Il prete era presente alla conferenza ma non ha parlato “per l'evidente stato di choc in cui si trova”, osserva la fonte di Fides. Ora i familiari e il vescovo chiedono di lasciarlo tranquillo perché possa riprendersi del tutto.