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Il tribunale revoca il divieto di dimora: Lucano torna a Riace

L'esilio è finito, Mimmo Lucano può tornare a casa a Riace, in provincia di Reggio Calabria. Lo ha reso possibile la decisione del Tribunale di Locri che giovedì 5 settembre ha revocato il divieto di dimora nei confronti del sindaco dei piccolo paesino calabrese. La misura cautelare era stata emessa per il primo cittadino riacese perché era risultava indagato nell'ambito dell'inchiesta “Xenia” per dei presunti illeciti nell'ambito della gestione dell'accoglienza dei migranti. Lucano non si era arreso e aveva fatto ricorso alla Corte di Cassazione tramite i suoi legali. La Corte di Cassazione aveva parzialmente, il 27 febbraio scorso, annullato con rinvio la misura cautelare nei confronti di Lucano e nelle sue motivazioni aveva smontato parte dell'impianto accusatorio.

Le accuse

Domenico Lucano era accusato di favoraggiamento dell'immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti. L'indagine era partita nel 2017 per concussione e abuso d'uffici. Lucano era sospettato di aver organizzato matrimoni di convenienza tra cittadini di Riace e donne migranti per facilitarne la permanenza, di aver cercato di favorire l'accoglienza della sua compagna Lemlem e di aver affidato degli appalti a due cooperative in maniera opaca, L'Aquilone ed Ecoriace.

Le motivazioni dei giudici

La Suprema Corte non ha però ravvisato alcun indizio di “comportamenti” disonesti metti in atto da Lucano. Per quanto riguarda l'affidamento diretto, spiegano gli “ermellini” nel loro dispositivo, la legge lo permette nei confronti di quelle associazioni che sono “finalizzate all'inserimento lavorativo delle persone svantaggiate”, ma solo nel caso in cui gli importi del servizio siano “inferiori alla soglia comunitaria”. Né è stata riscontrata alcuna “opacità” perché, chiariscono i giudici, le delibere e gli atti di affidamento sono son stati adottati in via collegiale e in linea con “i prescritti pareri di regolarità tecnica e contabile”. Sarebbero emersi degli elementi di “gravità indiziaria” in merito al tentativo di favorire la permanenza della compagna, ma va tenuta da conto la relazione affettiva tra i due, recita il dispostivo della Cassazione. Che rileva inoltre come per i sospetti “matrimoni di comodo” non ci sarebbero prove certe “in quadro di riferimento fattuale non solo sfornito di significativi e precisi elementi di riscontro ma, addirittura, escluso da qualsiasi contestazione formalmente elevata in sede cautelare”.

Il rientro

Il sindaco è arrivato in serata nella cittadina calabrese dove è stato accolto da una piccola folla in festa. “Sono contento di essere tornato a Riace. Per prima cosa andrò a trovare mio padre, che sta ancora male. Mi ripropongo di continuare ad aiutare chi arriva a Riace come rifugiato”. Non è detto che dorma nella sua abitazione, a rischio inagibilità dopo l'inverno, ma una cosa è certa: potrà dormire tra la sua gente

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