“Giudice autorevole e apprezzato studioso, Francesco Ferlaino, sempre impegnato negli uffici giudiziari in Calabria, ha interpretato in modo esemplare la funzione giudiziaria, al servizio della giustizia e del Paese. E’ necessario non disperdere la memoria di quanto accaduto e l’insegnamento professionale e umano legato a questo magistrato”. CosƬ il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione per i 45 anni dall’assassinio del giudice calabro, ucciso a colpi di fucile il 3 luglio 1975.
Il giudice Ferlaino, una vita per la giustizia
Francesco Ferlaino nacque a Conflenti (in provincia Catanzaro) il 23 luglio 1914. Ć stato Presidente della Corte d’assise d’appello di Catanzaro ed in tale carica ha presieduto il processo alla mafia siciliana, processo che era stato trasferito a Catanzaro per legittimo sospetto. Venne ucciso a colpi di lupara, in prossimitĆ della sua abitazione di Nicastro, da sicari rimasti sconosciuti appartenenti alla ‘Ndrangheta. Le inchieste ed i processi condotti non hanno portato ad alcuna condanna. Al suo nome sono dedicati il palazzo di giustizia di Catanzaro, l’aula della Corte d’Assise d’appello di Catanzaro ed una via di Lamezia Terme.
La dichiarazione del Presidente
“Il 3 luglio del 1975, mentre stava rientrando a casa dal lavoro – esordisce Mattarella – il giudice Francesco Ferlaino veniva ucciso a colpi di fucile da sicari mai identificati, esponenti della malavita organizzata”. “Rievocare il suo assassinio – prosegue il Capo dello Stato – richiama il senso etico di quanti hanno saputo opporsi ai nemici della convivenza civile nel Paese, per costruire il futuro della nostra comunitĆ secondo principi di legalitĆ e solidarietĆ umana”. “A distanza di quarantacinque anni – conclude Mattarella – desidero rinnovare i sentimenti di partecipazione e vicinanza del Paese ai suoi familiari e a quanti lo hanno stimato e che in questi lunghi anni ne hanno ricordato la passione e l’encomiabile impegno nello svolgimento dell’attivitĆ professionale”.