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Il caso Smollett: l'accusa che rischia l'effetto boomerang

Una vicenda incredibile, oltre che complicata, quella che coinvolge l'attore statunitense Jussie Smollett, noto al grande pubblico per il ruolo dell'omosessuale Jamal Lyon nella serie Fox “Empire”. Una parte non secondaria visto che, oltre a dargli celebrità, ha finito per provocargli seri problemi, veri e presunti. Tutto inizia il 29 gennaio scorso, a Chicago, quando il giovane attore racconta di essere stato aggredito da due sconosciuti che lo avevano riconosciuto e additato come il personaggio omosessuale della serie tv. Dopo averlo colpito e cosparso di candeggina, i due gli avrebbero addirittura messo un cappio al collo, per poi dileguarsi dopo avergli gridato in faccia la loro appartenenza al gruppo dei suprematisti bianchi. Una vicenda che l'attore ha raccontato immediatamente, ottenendo l'apertura di un'indagine e il supporto di pubblico e web, unanime nel condannare la violenza cieca subita dal ragazzo.

Lo scandalo

Qualcosa però non torna. Fin da subito, l'inchiesta stenta a decollare, non ci sono filmati dell'aggressione ripresi dalle telecamere di videosorveglianza e, soprattutto, la versione fornita da Smollett non convince appieno, sia per le modalità dell'aggressione che per gli strumenti utilizzati dai presunti aggressori. Nel frattempo, però, il caso politico monta a ritmo di cavalleria: a sollevarsi sono in particolare i democratici, con la candidata alle primarie Kamala Harris e la giovane Alexandria Ocasio-Cortez che stigmatizzano duramente la vicenda, parlando di hate crime e di tentato linciaggio, puntando il dito contro la presidenza Trump, accusata di incoraggiare tali comportamenti visto anche che, secondo la versione di Smollett, i due avrebbero urlato “This is the Maga Country”, “Questo è il Paese del Maga”, con un possibile riferimento al motto Make America great again. I dubbi però restano, non ci sono testimoni né tantomeno immagini dell'aggressione. La svolta arriva qualche giorno dopo, quando vengono rintracciate due persone riprese da una telecamera in una strada vicina al luogo del presunto pestaggio.

I sospetti

Cambia tutto. Il colloquio con i due fa emergere che entrambi, fratelli di origine nigeriana, sono conoscenti dell'attore (uno è il suo ex personal trainer, oltre che una comparsa di Empire) che, stando ai sospetti della Polizia, sarebbero stati pagati per orchestrare una messinscena. Vengono rilasciati senza accuse, con gli inquirenti che iniziano a battere una pista diversa: quella di un'aggressione architettata. L'indagine continua, segue qualche giorno di silenzio poi, improvvisamente, Smollett si consegna alla Polizia. Ora rischia tre anni di carcere per l'ipotesi di reato di falso rapporto presentato alle Forze dell'ordine. Un caso estremamente singolare del quale si attende ora l'esito. Poco prima dell’arresto, gli avvocati dell'attore avevano riferito in un comunicato di voler proseguire un'indagine approfondita in modo privato e che, fino a che non venga dimostrato il contrario, il loro assistito deve essere considerato innocente.

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