Pena esemplare per un contrabbandiere greco, condannato a 103 anni di prigione da una corte d’appello del Dodecanneso: a suo carico, la pesante accusa di traffico di esseri umani. L’uomo, 63 anni, era stato arrestato il 30 giugno del 2015 a bordo di un yacht su cui si trovavano 47 migranti, tra i quali anche 14 bambini, nei pressi dell’isola di Tilos. Il 63 enne aveva addirittura opposto resistenza all’arresto e la Guardia costiera era stata costretta a sparare per far fermare l’imbarcazione.
Secondo quanto riportato dagli inquirenti, il trafficante era già noto alle forze dell’ordine ed era già riuscito a far sbarcare dei migranti a Tilos prima di essere arrestato. I media locali hanno inoltre riferito che l’uomo era stato già perseguito in passato per traffico di esseri umani ed era stato coinvolto in un’indagine per documenti falsi.
La tv pubblica greca Ert ha sottolineato la severità della pena come deterrente per i trafficanti che operano tra le coste greche e turche, un vero e proprio business che porta alle casse della criminalità milioni di euro. Secondo un rapporto dell’Europol, la tratta di esseri umani è un affare che frutta alla criminalità più del mercato di droga e armi. Stando al rapporto, i trafficanti di esseri umani farebbero inoltre sempre più ricorso a Facebook e altri social media per pubblicizzarè i propri ‘servizi’, negoziare i prezzi e organizzare luoghi e tempi di viaggio i migranti.