Il virus del Covid-19 ha tre parenti stretti e potenzialmente molto pericolosi per l’uomo. Cosa hanno scoperto gli scienziati.
Il virus del Covid-19 – che in due anni ha procurato la morte di oltre 5 milioni e 800mila persone nel mondo – non è solo. Ha infatti tre “parenti” molto stretti, vale dire tre virus della sua stessa famiglia potenzialmente pericolosi per l’uomo.
Lo ha scoperto un gruppo di scienziati della National University e dell’Institut Pasteur del Laos. Il gruppo di scienziati ha individuato tre nuovi coronavirus che mostrano “somiglianze specifiche” al Sars-CoV-2, il ceppo responsabile del Covid-19.
I tre coronavirus trovati nei pipistrelli
I tre coronavirus individuati si chiamano Banal-52, Banal-103 e Banal-236 e appaiono “estremamente simili al Sars-CoV-2 (96,8% nel caso di Banal-52), soprattutto nella proteina Spike”. I ricercatori hanno infatti accertato “un dominio chiave della proteina Spike” quella che permette al virus di attaccare le cellule bersaglio agganciando il recettore umano Ace-2″.
“Fin dalla sua comparsa, sono state studiate numerose specie animali per identificare possibili serbatoi animali o ospiti intermedi del virus”, osservano i ricercatori. Tuttavia, “l’origine di SarsCoV2, così come il modo in cui è entrato nella popolazione umana, è attualmente sconosciuta”.
La nuova ricerca – scrive Iifattoquotidiano.it – potrebbe dunque aiutare a risolvere questo mistero. I pipistrelli infetti portatori dei tre virus sono infatti stati trovati dai ricercatori in campioni organici di pipistrelli catturati in alcune grotte calcaree del Nord del Laos.
Il Laos è una piccola repubblica monopartitica che confina proprio con la Cina, la prima Nazione al mondo ad aver individuato il nuovo virus in quel di Wuhan. E’ però necessario sottolineare che tra Wuhan e il nord del Laos intercorrono migliaia di chilometri, dunque la connessione diretta (tramite migrazione o contatto diretto tra gruppi di pipistrelli) è tutta da provare.
Ritornando alla scoperta nei pipistrelli del Laos, i test effettuati in laboratorio sulle cellule umane hanno mostrato la capacità anche dei nuovi tre virus di entrare all’interno della cellula. Ma anche la capacità degli anticorpi umani sviluppati in seguito a un’infezione di SarsCoV2, di bloccarli. Insomma, siamo immuni (o quasi).
“Questi nuovi virus riempiono un buco evolutivo che ci aiuta a capire quali sono i ‘genitori’ di SarsCoV2” ha spiegato all’Ansa Marco Gerdol, ricercatore dell’Università di Trieste che non è coinvolto nello studio. La presenza in natura di virus così simili al coronavirus pandemico, inoltre, rende teoricamente possibile il passaggio diretto del virus dal pipistrello all’uomo, senza il transito intermedio in un altro animale. Infine, dice il ricercatore, “è sempre più chiaro che nei pipistrelli circolino numerosi coronavirus che non conosciamo ancora; ciò sottolinea ancora di più quanto sia importante lo studio di questi fenomeni per essere preparati e prevenire future pandemie”.