Secondo i testimoni è stato ucciso da un proiettile di gomma che l’ha preso alla testa; la radio militare israeliana, invece, afferma che il colpo ha centrato le gambe, facendogli perdere l’equilibrio e sbattere il capo.
È caos a Gerusalemme: nel quartiere arabo Wadi Joz, che si trova nella zona est della città israeliana, si stanno moltiplicando da giorni gli scontri tra palestinesi e forze dell’ordine. Venerdì era stato ferito il sedicenne Abdul Majid Sunnuqrtu, che è morto ieri 7 settembre nell’ospedale della città dopo ben due giorni di agonia. Sulla vicenda della sua scomparsa, anche questa volta, prendono vita opinioni contrastanti: i concittadini del giovane sembrano affermare che il decesso sia stato provocato dai poliziotti, con un proiettile di gomma che gli ha intenzionalmente colpito il capo. Fonti d’informazione militari, al contrario, “proteggono” le autorità attribuendo la causa di morte a una perdita di equilibrio del ragazzo.
La polizia di Gerusalemme, secondo quanto afferma l’agenzia Maan, aveva già rilevato un moltiplicarsi di lanci di pietre nei suoi confronti da parte della comunità araba che abita l’area orientale della città, ma oggi ha dovuto alzare un vero e proprio “stato d’allerta” nel timore di eventuali disordini. Disordini che questa volta potrebbero trasformarsi in scontri ancora più gravi. Intanto, oggi pomeriggio, è stata disposta l’autopsia del corpo di Majid, per chiarire quale delle due versioni sia quella fondata.