Un giornalista, Iuri Popov, è stato trovato impiccato in un piccolo bosco alla periferia di Syktyvkar, una cittadina situata a circa mille km a nord-est di Mosca. La notizia del ritrovamento del’uomo, che lavorava per l’agenzia Cominform, è stata data dall’agenzia stampa russa Interfax.
In Russia, il mestiere di giornalista, col passare degli anni è divenuto progressivamente più pericoloso. Le prime notizie di giornalisti uccisi risalgono agli inizi degli anni ’90, ma l’opinione pubblica internazionale cominciò ad interessarsi del fenomeno solo dopo l’omicidio della giornalista Anna Politkovskaja, uccisa a Mosca nell’ottobre del 2006. Nell’ex Unione Sovietica vi è una lunga scia di omicidi di giornalisti rimasti ufficialmente senza un colpevole.
Mentre associazioni internazionali riferiscono di diverse dozzine di omicidi, alcune fonti russe parlano di oltre duecento uccisioni. Due rapporti pubblicati da organizzazioni internazionali, disponibili in russo e in inglese, hanno esaminato e documentato la situazione. Anche l’International Federation of Journalism commissionò su questo tema un’indagine, pubblicata nel giugno 2009. L’Ifj ha pubblicato anche un database, liberamente consultabile su internet, che documenta oltre trecento morti o scomparsi a partire dal 1993.