Caronia, i resti vicino all’autostrada e i dubbi del papà di Gioele sui metodi di ricerca

Logo Interris - Caronia, i resti vicino all'autostrada e i dubbi del papà di Gioele sui metodi di ricerca

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: Caronia, i resti vicino all'autostrada e i dubbi del papà di Gioele sui metodi di ricerca

“Cinque ore di lavoro di un volontario rispetto a 15 giorni di 70 uomini esperti mi fanno sorgere dei dubbi oggettivi sui metodi adottati per le ricerche. La mia non vuole essere una polemica, ma la semplice considerazione di un marito e padre distrutto per la perdita della propria famiglia”. Così, in un post su Facebook, Daniele Mondello, papà di Gioele e marito di Viviana Parisi. L’uomo, che dovrà attendere il test del dna per avere la certezza definitiva che i resti ritrovati nella selva di Caronia appartengano a suo figlio, esprime le sue perplessità sui metodi di ricerca ma coglie l’occasione anche per ringraziare quanti si sono adoperati per trovare il suo bambino. “Trovo doveroso ringraziare quanti mi hanno aiutato. Dedico un ringraziamento particolare al signore che ha trovato mio figlio. Se non ci foste stati voi, chissà se e quando lo avremmo ritrovato”.

Il ritrovamento

Dei resti ossei e una maglietta. Secondo i ricercatori “al 99 per cento” apparterrebbero a Gioele. Le tracce sono state segnalate da uno dei volontari che fa giorni affiancano i vigili del fuoco, forestali e poliziotti. L’uomo è un carabiniere in congedo. Il posto, coperto da rovi e arbusti, si trova a circa 200 metri dall’autostrada e a una certa distanza dal punto in cui è stato trovato il corpo di Viviana Parisi, la dj trovata morta ai piedi di un traliccio della rete elettrica.

Sul luogo del ritrovamento anche i familiari di Gioele

Sul luogo del ritrovamento dei resti ossei e del brandello della maglietta, tracce compatibili con il piccolo Gioele, 4 anni e scomparso lo scorso 3 agosto, sono arrivati anche i familiari del bimbo: il padre Daniele Mondello, la zia Mariella e il nonno paterno Letterio. A loro verranno mostrati i resti rinvenuti, riconoscimento che potrebbe costituire la conferma dei sospetti dei ricercatori.

I resti

Sul posto si trovano anche il Procuratore di Patti Angelo Cavallo, che coordina le indagini, due medici legali, la polizia scientifica, uomini della Protezione Civile e le squadre dei vigili del fuoco. La zona è stata inibita all’accesso per consentire ai ricercatori di svolgere il proprio lavoro. Alcuni minuti dopo i primi ritrovamenti, sarebbero stati rinvenuti ulteriori resti, fra i quali un tronco, un femore e peli (forse di animale), tutto disperso in un fosso dell’area collinare attorno a Caronia. Pochi minuti dopo, è stata segnalata anche la presenza di una testa, tutto irriconoscibile. Chi ha assistito al ritrovamento ha definito “straziante” la scena. Dubbi sulla presenza di una maglietta, di cui era stata data pressoché immediatamente notizia.

Non vi è ancora certezza ma, secondo gli investigatori, il corpicino dilaniato potrebbe appartenere al piccolo Gioele. I resti sono stati individuati da un volontario, un ex carabiniere impegnato nel sopralluogo assieme ai ricercatori: “Era determinato a trovare quei poveri resti, munito di attrezzi – ha detto il suo amico Francesco Radici, citato dall’Agi -. E’ partito presto per questo e li ha trovati purtroppo. E’ una cosa angosciosa”.

Manuela Petrini: