Un detenuto del carcere di Genova Marassi, sottoposto a regime di sorveglianza a vista, ha aggredito quattro poliziotti della Penitenziaria impegnati nelle operazioni di controllo.
L’uomo, da poco dimesso dall’ospedale dove era stato portato perché aveva ingerito del detersivo, ha colpito un agente ferendolo allo zigomo con una penna poi ha ingaggiato una colluttazione con gli altri tre agenti arrivati in soccorso del collega. Il detenuto è stato bloccato e riportato in cella mentre agli agenti, che sono stati medicati, gli sono stati dati tra i 6 e gli 8 giorni di prognosi.
Ne dà notizia Fabio Pagani, segretario regionale della UilPa Penitenziaria. “Siamo consapevoli – ha detto Pagani ripreso da Ansa – che il nostro mestiere comporta rischi di questo tipo, però una cosa sono eventi eccezionali altra è l’allarmante regolarità con la quale si ripetono”.
Il precedente con il detenuto pericoloso
Le aggressioni al carcere Marassi sono molto frequenti. Lo scorso 11 novembre, un detenuto psichiatrico nel carcere di pericolosità estrema per le persone, ha creato parecchi problemi durante un viaggio di permesso per raggiungere Bari a causa della morte del nonno. L’uomo doveva prendere un aereo da Milano per Bari con scalo a Roma con la scorta della polizia penitenziaria di Marassi e con partenza da Genova.
In quella occasione Fabio Pagani aveva denunciato: “Assurdo che gli sia stato concesso un permesso in tempo di Covid-19 con emergenza Arancione. Il detenuto barese, pericolosissimo, stava per essere imbarcato sull’aereo da Milano Malpensa, ma per tutto il viaggio da Genova aveva già iniziato a creare enormi problemi con minacce e tentativi di aggressione alla scorta. Giunto a Milano il personale di polizia penitenziaria ha reputato che non vi fossero le condizioni di sicurezza per l’imbarco del detenuto a Milano Malpensa ed è stato costretto a riportare il detenuto a Marassi”.
L’aggressione dello scorso agosto
Lo scorso 13 agosto, alcuni detenuti attaccarono tre agenti della penitenziaria, sempre nel carcere i Marassi, con pugni e morsi, ferendoli.
“Ennesima aggressione alla Polizia Penitenziaria di Marassi” commentava per l’occasione il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE) della Liguria. “A farne le spese – proseguiva Michele Lorenzo, responsabile Sappe Liguria – sono stati tre agenti della Polizia Penitenziaria in servizio nella prima sezione del carcere genovese che sono stati raggiunti da una serie di pugni ben assestati e di morsi, tanto che sono stati costretti a ricorrere alle cure ospedaliere riportando danni fisici ben evidenti come la rottura dell’arcata sopraciliare ed uno di loro riporta un dente rotto. Il tutto è scaturito dal fatto che il detenuto nigeriano si è rifiutato di far rientro nella propria cella, i poliziotti hanno cercato di farlo ragionare ma inutilmente e da qui è scattata l’aggressione”.
La testimonianza
“Gli agenti della polizia penitenziaria operano a mani nude e sono frequentemente aggrediti dai detenuti. Il carcere non solo non recupera, ma è una polveriera che rischia di esplodere”. E’ la forte testimonianza che il dott. Leo Beneduci, segretario generale dell’Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria (Osapp), ha rilasciato per In Terris lo scorso giugno. Un contesto – quello delle carceri – difficile perché spesso “inquinato” dalla criminalità organizzata che tende a fare Stato a sé anche dietro le sbarre, fomentando rivolte – come accaduto in marzo in molti istituti carcerari italiani – e che sfrutta la promiscuità per reclutare nuove “leve” tra i giovani detenuti.