Attività commerciali, autovetture, disponibilità finanziarie e immobili per un valore complessivo di oltre 45 milioni di euro, riconducibili a Giovambattista Puccio sono stati sequestrati da finanzieri del comando provinciale della guardia di Finanza di Catania guidati dal generale Antonio Quintavalle Cecere.
Puccio, 58 anni, noto come il “re degli imballaggi” – nel Ragusano aveva assunto un dominio economico del settore in ambito ortofrutticolo – era chiamato dai conoscenti “Titta ‘u ballerinu” per via della sua accertata appartenenza a due organizzazioni criminali storicamente rivali, la “Stidda” e “Cosa nostra”.
Operazione 'Ghost trash'
Puccio è detenuto dal dicembre del 2017, da quando fu arrestato nell'ambito dell'operazione 'Ghost trash' perché ritenuto responsabile della creazione di un vero e proprio “cartello mafioso di imprese” che aveva assunto il dominio del settore degli imballaggi nel territorio di Vittoria, nel ragunese. Per la Procura distrettuale di Catania, che ha coordinato le indagini della Guardia di Finanza, il successo delle società di Puccio sarebbe dovuto alla “riconosciuta appartenenza all'organizzazione mafiosa”, che gli ha permesso di “estromettere le aziende concorrenti che non si piegavano alle condizioni imposte, assumendo in tal modo il controllo dell'intera filiera commerciale” pur “senza ricorrere, quasi mai, all'uso della violenza”.
Le indagini – coordinate dal nucleo di polizia economico finanziaria delle fiamme gialle e guidate dal tenente colonnello Francesco Ruis – si sono avvalse in primis delle intercettazioni telefoniche e ambientali e delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia; successivamente, dell’esame della documentazione bancaria e contabile, atti pubblici e scritture private.