È stato rilasciato uno dei due pescatori italiani che erano stati arrestati il 2 marzo scorso perché le loro reti da pesca non erano conformi alle leggi vigenti in Gambia. Massimo Liberati sta bene, è in buone condizioni fisiche fa sapere l’ambasciatore italiano a Dakar. È stato rilasciato in seguito alla garanzia finanziaria, da parte dell’armatore, dell’ammenda che il giudice di Banjul aveva imposto. L’altro italiano, il comandante del peschereccio Idra Q Sandro De Simone, resterà in carcere fino a quando l’intera multa non verrà pagata.
Nei giorni scorsi era arrivata la denuncia della moglie di De Simone, che esprimeva tutta la preoccupazione per le condizioni in cui erano costretti a vivere i due uomini. Non avevano a loro disposizione né cibo né acqua, erano senza servizi igienici, isolati dal mondo e non avevano neanche avuto la possibilità di parlare con le loro famiglie in Italia. “Ho più paura oggi che nel ‘92, quando mio marito, Sandro De Simone, sempre in mare sulle barche da pesca, finì nelle mani dei pirati somali. Rimase sequestrato per un mese, all’epoca, in attesa che dall’Italia la sua compagnia pagasse il riscatto per liberarlo. – aveva dichiarato la moglie di Sandro De Simone – Ma almeno i pirati somali gli facevano telefonare a casa due volte alla settimana e alla fine nacque quasi una fratellanza tra di loro, mangiavano insieme, a bordo, il pesce pescato. Questa volta, invece, è buio fitto…”.
La donna, preoccupata per le condizioni del marito, ha fatto più volte presente le scarse condizioni igieniche in cui era tenuti i due uomini ed ha espresso la sua perplessità per la pena ricevuta. I due italiani infatti erano stati condannati ad un mese di carcere o al pagamento della sanzione perchè una delle reti, trovate sulla barca durante un’ispezione delle autorità del Gambia, era fuori misura di due millimetri.