Iprimi “figliĀ di due mamme” d'Italia sono statiĀ registratiĀ oggi a Torino. Si tratta di bambini che ora, all'anagrafe, risulteranno figli di genitori dello stesso sesso. La sindaca di Torino, Chiara Appendino, nei giorni scorsi aveva espresso l'intenzione di “forzare la mano” per conferire quelli che chiama pari diritti. “Abbiamo aperto una strada importante per tutte le coppie che si trovano nella nostra stessa situazione, abbiamo dato coraggio a quelle donne che non hanno piĆ¹ intenzione di dichiarare il falso”, ha commentato su Facebook una delle donne riconosciuta madre quest'oggi,Ā Chiara Foglietta,Ā vicecapogruppo Pd in consiglio comunale. “Oggi non si ĆØ solo scritto un atto. Un nome su un foglio. Si ĆØ scritta una pagina importante della nostra storia“.
Per Massimo Gandolfini, leader del Family Day, il Comune di Torino con questa azione “partecipa a pieno titolo alla distruzione del diritto di famiglia giĆ operato dalla giurisprudenza creativa ma soprattutto contribuisce a picconare il sacrosanto diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre. Il sindaco Appendino ha tenuto fede alla promessa, fatta nei giorni scorsi, di forzare la mano per registrare una bambino come figlio di due madri. Ovviamente si tratta di un falso in atto pubblico perchĆ© qualsiasi essere umano ha una sola madre e un solo padre.Ā Ancora una volta viene infatti negata lāesistenza del padre per via amministrativa e viene implicitamente tollerata una pratica vietata nel nostro paese, ovvero lāeterologa per coppie dello stesso sesso. Si tratta di atti che offrono i presupposti per la programmazioneĀ di bambini orfani della madre o del padre fin dal concepimento, tramite il mercato estero della compravendita di gameti che, fra lāaltro, nega anche il diritto allāidentitĆ ā.
Secondo Gandolfini, “questo fatto dovrebbe costituire un ulteriore stimolo alleĀ Sezioni Unite della Cassazione che stanno trattando un caso simile ma a sessi invertiti.Ā IlĀ massimo organo dellaĀ Suprema Corte ĆØ chiamato a mettere fine ad un far west che ogni giorno che passa diventa sempre piĆ¹ inaccettabileā.