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Fermati due “lupi solitari”

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Sarebbero dei “mujaheddin virtuali” i due giovani fermati con l'accusa di istigazione a commettere reati di terrorismo e autoaddestramento per compiere atti terroristici. Così li ha definiti il pm di Palermo. I due, un italiano di 25 anni e un marocchino, per mesi si sarebbero addestrati attraverso internet per compiere atti terroristici e di sabotaggi: si sarebbero preparati all'uso delle armi e si sarebbero allenati per raggiungere una preparazione fisica e militare idonea a combattere al fianco dei miliziani dell'Isis in Siria. E sempre su internet si sarebbero conosciuti, poi il marocchino avrebbe spinto l'italiano a radicalizzarsi. Quest'ultimo vive a Brescia attualmente, dove fa l'autotrasportatore e dove si è sposato con una donna originaria del Marocco. Gli inquirenti hanno monitorato la sua intensa attività di propaganda sui social. Stando a quanto emerge, l'italiano avrebbe avuto rapporti, sempre tramite la rete, con una jihadista americana che vive negli Stati Uniti, la quale gli avrebbe fornito indicazioni riservate sulle zone teatro delle battaglie dell'Isis. Gli inquirenti starebbero cercando di identificarla.

Le intercettazioni

In una delle intercettazioni, il marocchino affermava: “La legge di Allah si applica con la spada e bisogna essere crudeli con i traditori e con i ribelli. E morti tutti”. Così – proseguiva – “gli apostati sono una malattia e non avranno che la spada come medicina. È arrivata l’ora del combattimento”. Secondo i pm, il palermitano e il marocchino acquisivano infatti materiale video con istruzioni per la partecipazione ai combattimenti, studiavano di tecniche di guerriglia e scaricavano notizie sulle azioni kamikaz sui più noti social network, condividendo materiale propagandistico dell’estremismo jihadista e soprattutto dello Stato Islamico (Daesh) sui “più noti social network”.

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