Ancora del vino “falso” dall'Oltrepò. Cinque persone sono state arrestate oggi nel corso di un'operazione dei Carabinieri (con il supporto della Guardia di Finanza) in Oltrepò Pavese (in Lombardia) e in altre regioni italiane in un’inchiesta coordinata dalla procura di Pavia. Oltrepò Pavese è un'area della provincia di Pavia con superficie pari a circa 1 097 km² e una popolazione di 146 579 abitanti che deve il suo nome alla peculiarità di trovarsi a sud del fiume Po, in pieno Appennino Settentrionale.
L'inchiesta
L'inchiesta riguarda un nuovo presunto scandalo sul vino contraffatto. I cinque arrestati e i due costretti all’obbligo di firma sono i vertici di una cantina oltrepadana, che, secondo l'accusa, con la complicità di enologi di fiducia. Secondo le accuse, gli arrestati avrebbero spacciato per Doc e Igt vini di qualità inferiore, attraverso un sofisticato sistema di alterazione, prodotti con uve non certificate come biologiche o addizionati con aromi o anidride carbonica. La denominazione di origine controllata, nota con l'acronimo Doc, non è un vero e proprio marchio poiché è comune ad una grossa varietà di prodotti, ma una denominazione utilizzata in enologia che certifica la zona di origine e delimitata della raccolta delle uve utilizzate per la produzione del prodotto sul quale è apposto il marchio. Il marchio Doc viene utilizzato per designare un prodotto di qualità e rinomato, le cui caratteristiche sono connesse all'ambiente naturale ed ai fattori umani e rispettano uno specifico disciplinare di produzione approvato con decreto ministeriale. Le accuse contestate ai 5 arrestati dell'operazione di oggi sonom, a vario titolo, quelle di associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazione di origine di prodotti alimentari. Perquisizioni inoltre anche in altre cantine della Lombardia e di Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Trentino Alto Adige.
I precedenti
Non è il primo caso di vino contraffatto. Nel 2014, ricorda la Stampa, un'altra inchiesta aveva coinvolto altri produttori vinicoli dell'Oltrepò pavese, accusati di aver prodotto Pinot Grigio senza rispettare i canoni dei marchi Doc e Igt. Nel 2016, in Toscana, i carabinieri del Gruppo tutela della salute di Roma e del Nas di Firenze avevano arrestato tre persone, finite ai domiciliari nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Dda di Firenze. I tre – il titolare di fatto di un'azienda agricola di Empoli, dove avvenivano l'imbottigliamento e il confezionamento del vino contraffatto, e due uomini originari della Campania che procuravano il materiale necessario alla contraffazione (etichette, fascette, capsule e imballaggi) – vendevano vino di bassa qualità, adulterato con l'aggiunta di alcol, che però veniva commercializzato in Italia e all'estero come Chianti doc, Brunello di Montalcino o Sassicaia.