E’ salito a 112 il bilancio dei morti delle esplosioni che si sono verificate in un deposito di sostanza chimiche nella città industriale di Tianjin, in Cina, avvenuta lo scorso mercoledì. Sono 95 invece i dispersi, 85 dei quali sono vigili del fuoco, intervenuti sul luogo per cercare di spegnere l’incendio, divampato a causa delle deflagrazioni. Fino ad ora le autorità competenti sono riuscite ad identificare 25 cadaveri, mentre per gli altri ci vorrà ancora tempo. Inoltre nella giornata di ieri le autorità avevano ordinato l’evacuazione della zona per un raggio di 3 chilometri a causa delle sostanze chimiche rilasciate nell’aria.
Nonostante le autorità avessero dichiarato che tutti gli incendi erano stati domati, nella mattinata di oggi si sono prodotte nuove esplosioni – seppur di minore entità – che hanno dato vita a nuovi roghi a causa della presenza di sostanze altamente infiammabili. Inoltre, secondo quant ha riferito la stampa locale – di proprietà dello stato – il deposito conteneva circa 700 tonnellate di cianuro di sodio, 70 volte in più di quello che avrebbe dovuto. Fortunatamente, il livello di inquinamento ambientale sembra sia in diminuzione, anche grazie all’azione delle correnti di vento che sta soffiando verso il mare. Infatti, secondo le analisi effettuate, la concentrazione di toluene, cloroformio, metilbenzene e altri agenti chimici sarebbe in diminuzione.