Almeno 13 persone sono morte sotto le macerie per il crollo di un edificio al Cairo, in Egitto. La struttura, di sette piani, è collassata improvvisamente stanotte a Matariya, un quartiere povero nella parte orientale del Cairo. Le unità di emergenza, arrivate sul posto, hanno subito messo in azione gli escavatori nella speranza di salvare dei sopravvissuti. Subito dopo il crollo, il responsabile dei servizi di emergenza, Mamdouh Abdelkader ha rilasciato alla stampa una stima provvisoria dei morti: “Dieci persone sono rimaste uccise e temiamo che questo bilancio peggiorerà perché 15 persone sono ancora intrappolate sotto le macerie”. Poche ore dopo, il conteggio delle salme era già salito a tredici. Otto i residenti dell’edificio rimasti feriti.
Secondo dei testimoni, il collasso della struttura è stato causato da dei lavori di ristrutturazione al secondo piano dell’edificio. I condomini, per ampliare i locali, hanno spostato, forse inavvertitamente, dei muri portanti che poi hanno ceduto al peso dei cinque piani sovrastanti. Nella capitale egiziana i crolli di palazzine sono eventi relativamente frequenti; è uso tra la popolazione, infatti, l’overbuilding, vale a dire il costruire dei piani abusi supplementari per ampliare gli spazi in seguito a delle nascite o a un nuovo matrimonio. L’inesperienza dei costruttori, l’utilizzo di materiali scadenti e l’assenza di un progetto edilizio sui rischi di cedimento, causano fatalità – facilmente evitabili – come quella odierna.