L’Antimafia di Roma ha messo a segno un nuovo duro colpo contro il clan Casamonica dopo quello che, due anni fa, ha portato all’arresto di trenta persone. Quindici provvedimenti di custodia in carcere e cinque ai domiciliari: è questo l’esito dell’operazione denominata “Noi proteggiamo Roma”.
L’operazione contro i Casamonica
Questa mattina gli uomini del Servizio Centrale Operativo della Squadra Mobile di Roma e del Commissariato di Ps “Romanina”, coordinati dalla Dda capitolina hanno eseguito venti arresti e proceduto con il sequestro preventivo di beni per più di venti milioni di euro, tra i quali ville di lusso, bar, tabaccherie, stazioni di servizio, terreni e società. I reati ipotizzati sono associazione mafiosa, estorsione, usura e intestazione fittizia di beni.
Le dichiarazioni degli inquirenti
“Gli odierni arresti – spiegano infatti gli investigatori – intervengono in una situazione di criticità economica delle aziende e delle famiglie causata dall’emergenza epidemiologica da covid-19, che sta determinando gravissimi effetti sul tessuto economico e produttivo dell’intero Paese. In tale contesto di difficoltà e di estrema fragilità economica e sociale della cittadinanza, viene così scongiurato il pericolo del ricorso a forme illecite di finanziamento per il conseguimento di immediata liquidità e di conseguenza la reiterazione da parte degli indagati dei delitti contestati”. Gli investigatori hanno sottolineato “l’omertà delle persone offese, molte delle quali hanno manifestamente negato il loro ruolo di vittime, non offrendo alcuna collaborazione e non riconoscendo l’Autorità dello Stato”. E questo anche perchè il clan viene “percepito dalla generalità delle persone che abitano nella zona di influenza del sodalizio come una struttura che ha affermato il proprio predominio sul territorio”. Al punto che “le persone offese, una volta ricevuto un prestito dai Casamonica, non riescono più a sottrarsi alle richieste di denaro da parte degli indagati, stabilendo, di fatto, ‘un legame a vita’ con i creditori”.