Carceri colabrodo. In sole 24 ore ben due persone sono riuscite a evadere dal luogo di reclusione, il primo ubicato in Piemonte, il secondo nel Lazio.
La prima fuga è avvenuta ieri dal carcere di san Michele (Alessandria) dove era detenuto in regime di semilibertà. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo – un albanese di 35 anni – avrebbe approfittato di un problema tecnico alle telecamere della videosorveglianza mentre effettuava alcuni lavori di pulizia nell’area tra il muro di cinta e il parcheggio antistante al carcere. Immediate le ricerche delle forze dell’ordine, che hanno allestito posti di controllo in tutta la provincia e diramato la sua foto segnaletica. L’uomo ha, tra l’altro, numerosi reati alle spalle.
La seconda fuga è avvenuta la notte scorsa dal carcere dalla sezione di alta sicurezza del carcere di Frosinone; il suo complice, invece, è stato bloccato dal personale della polizia penitenziaria. Il detenuto evaso, secondo quanto riferisce il sindacato Fns-Cisl, è italiano mentre l’altro – quello che non è riuscito nel progetto – è anch’esso di nazionalità albanese.
“A Frosinone è evaso un detenuto ristretto ad Alta Sicurezza, quindi pericoloso, mentre un altro che era con lui è caduto dal muro di cinta ed è grave in ospedale”, denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. “Ora bisogna catturare l’evaso, un boss della camorra appartenente al clan Belforte – informa il comunicato del sindacato – ma contiamo ogni giorno gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’amministrazione penitenziaria”.
I due detenuti – evasi dal vecchio reparto, e non dal nuovo come riferito in precedenza dalla Cisl Fns – “sono passati nel passaggio dietro la televisione. Sono saliti sopra l’istituto e sono scesi con l’ausilio di alcune lenzuola. L’albanese è stato preso nell’intercinta e probabilmente ha un danno alla colonna vertebrale. Successivamente nell’ambulanza gli sono stati trovati addosso due telefoni cellulari”. E’ quanto si legge nell’ultima nota a firma del segretario generale Cisl Fns, Massimo Costantino.
“Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso – aggiunge Capece – e le due evasioni ne sono la più evidente dimostrazione. Sono state tolte, ovunque, le sentinelle della Polizia Penitenziaria sulle mura di cinta delle carceri, e questo è gravissimo. I vertici dell’Amministrazione Penitenziaria hanno smantellato le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali. Mancano Agenti di Polizia Penitenziaria e queste sono le conseguenze. E coloro che hanno la responsabilità di guidare l’Amministrazione Penitenziaria si dovrebbe dimettere dopo tutti questi fallimenti”.
“Chiediamo al ministro della Giustizia – rincara la dose Angelo Urso, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria – di aprire un tavolo di confronto a 360 gradi su queste questioni già da mercoledì 22, in occasione dell’incontro programmato per la sottoscrizione dell’Accordo sul Contratto d’Amministrazione, che peraltro la Uil non sottoscriverà”.