Paura a Treviso, dove un ordigno rudimentale è esploso nella zona industriale di Villorba. La deflagrazione, che non ha provocato né vittime né feriti, è avvenuta dinanzi al portone della sede storica della Lega trevigiana (conosciuta in città come K3) in via Fontana 95. L'ordigno era stato posizionato nei pressi della scala antincendio dell'edificio e non ha provocato danni.
Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia e i Vigili del Fuoco e il personale operativo del nucleo Nbcr (nucleare, biologico, chimico, radiologico). Gli artificieri ha fatto brillare un secondo involucro rinvenuto lì vicino, dotato di una sorta di meccanismo d'innesco. Alle operazioni hanno assistito anche alcuni dirigenti veneti del Carroccio.
La ricostruzione
Sembra che la prima bomba carta sia esplosa alcune notti fa – probabilmente domenica 12 agosto – senza però che se ne accorgesse nessuno. Sarebbe poi giunto un volantino in questura che invitava la Polizia ad andare nella sede della Lega. Giunta in loco, la Polizia ha rinvenuto il secondo ordigno e l’ha fatto brillare. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il primo ordigno doveva essere una trappola: la bomba più potente era la seconda ed era quella destinata alle forze di polizia. In quanto alla rivendicazione, il volantino è firmato da una sigla anarchica la cui autenticità è presa in considerazione dagli inquirenti.
Salvini: “Io non mollo”
Il segretario federale della Lega Matteo Salvini ha scritto in un tweet: “Cercano di fermarci, ma violenti e delinquenti non ci fanno paura. Andiamo avanti, più forti di prima” e lancia l'hashtag #iononmollo. La sede del partito è particolarmente nota in Veneto: proprio qui il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha festeggiato tutti i suoi successi elettorali e sull'accaduto ha commentato: “Esprimo la mia più ferma condanna per l’attentato alla sede della Lega di Treviso. Si sia trattato di un atto dimostrativo o della volontà di far del male, di ordigni ad alto potenziale oppure no, poco importa: si tratta comunque di un atto gravissimo, esecrabile, speriamo non il primo di una possibile inquietante spirale”.