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Dopo Mafia Capitale altra bufera su Roma: 11 arresti tra Comune e Asl

Ancora un blitz della Guardia di Finanza fa tremare gli scranni di imprenditori e funzionari del Comune e dell’Asl capitolina. “Vitruvio bis” – così si chiama l’operazione collegata a quella dello scorso 8 gennaio che ha portato all’arresto di 22 persone – ha fatto scattare le manette per 11 persone nell’ambito dell’indagine per corruzione e concussione. Questa volta gli arresti conclusi dagli uomini delle Fiamme Gialle hanno riguardato alcuni tecnici che prestavano servizio presso il nono dipartimento di Roma Capitale, quello predisposto per la programmazione e l’attuazione urbanistica, abilitati al rilascio delle concessioni edilizie. Si tratta di cinque funzionari pubblici, tre tecnici del Comune, due ispettori della Asl, che sono stati arrestati, mentre ad altri sei imprenditori è stato imposto l’obbligo di presentazione davanti all’autorità giudiziaria.

Con questa nuova ondata di arresti nella Capitale, si allarga sempre di più il cerchio delle indagini portate avanti dalla Procura di Roma che ha come obiettivo quello di far “pulizia” e chiarezza sui reati di corruzione e concussione che avvengono nella capitale. Alcuni provvedimenti importanti per prevenire questo tipo di reati sono stati presi dopo lo scandalo di Mafia capitale. Una “rotazione più rapida ed efficace” di dirigenti, funzionari e dipendenti capitolini, ma anche – e soprattutto – il potenziamento dell’ufficio anti-corruzione del Campidoglio, che dovrà svolgere una maggiore attività di controllo sull’operato dell’amministrazione.

Sono questi alcuni punti che riguardano il piano anti-corruzione che la giunta di Ignazio Marino ha approvato lo scorso 30 gennaio. Si tratta di un piano triennale – presentato dall’assessore alla Legalità di Roma Capitale, Alfonso Sabella – che prevede, come si legge nella delibera approvata dalla giunta, di “ridurre le opportunità che favoriscono i casi di corruzione aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione, stabilire interventi organizzativi volti a prevenire il rischio corruzione, creare un collegamento tra corruzione – trasparenza – performance nell’ottica di una più ampia gestione del rischio istituzionale”, inoltre il piano “evidenzia i settori e le attività/procedimenti a rischio più elevato, ne descrive il diverso livello di esposizione delle aree a rischio di corruzione e illegalità e indica gli interventi organizzativi volti a prevenire il medesimo rischio”.

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