“Ho chiesto all’ufficio del procuratore generale di appellarsi”, ha detto il ministro della Giustizia Anders Anundsen, riferendosi alla sentenza del tribunale di Oslo che ha riconosciuto che in questi cinque anni di carcere i diritti umani di Anders Breivik sono stati violati. Per questo lo stato norvegese ha deciso di presentare un appello contro la sentenza del tribunale che ha si era espresso, solo pochi giorni fa, a favore dell’autore della strage di Utoya. Per il tribunale di Oslo, “il divieto di trattamenti inumani e degradanti rappresenta un valore fondamentale per una società democratica. E vale anche per il trattamento di terroristi e assassini”, ha aggiunto condannando il governo norvegese a pagare anche le spese legali di Breivik, pari a oltre 40 mila dollari.
Breivik, 37 anni, fu arrestato in flagranza di reato, dopo aver ucciso 77 persone e ferendone oltre 300. L’uomo infatti è responsabile di due attentati che il 22 luglio 2011 sconvolsero la Norvegia. Nel primo attacco fece esplodere un’autobomba nel centro di Oslo, precisamente nel quartiere dove si trovano i palazzi del governo norvegese.
Nell’esplosione morirono 8 persone, mentre 209 rimasero ferite. Il secondo attacco si svolse sull’isola di Utoya, dove un uomo con “una strana uniforme”, simile a quella della polizia aprì il fuoco in un campus dove era in corso un seminario organizzato dalla sezione giovanile del Partito Laburista Norvegese. Qui morirono 69 partecipanti al campus, mentre ne rimasero feriti 110.
Breivik il mese scorso aveva citato in giudizio il governo norvegese accusandolo di aver violato i suoi diritti umani sottoponendolo ad un regime di stretto isolamento, durante il quale è stato frequentemente perquisito e ammanettato. Oslo da parte sua ha da sempre respinto le accuse, affermando di aver trattato il detenuto con umanità, nonostante la gravità dei suoi crimini e che Breivik deve restare separato dagli altri detenuti per ragioni di sicurezza