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Delitto di Vasto, non si ferma la campagna d’odio sui social

A Vasto si sono celebrati i funerali di Italo D’Elisa, ucciso mercoledì da Fabio Di Lello, che ha voluto vendicare la moglie Roberta Smargiassi, travolta nel luglio dello scorso anno e uccisa in un incidente d’auto dal ventunenne, freddato con tre colpi di pistola davanti al Drink Bar. E proprio mentre la città dava l’estremo saluto al giovane nella chiesa della Madonna del Sabato Santo, Di Lello in carcere è comparso davanti al gip Sallustri per l’interrogatorio di garanzia. Secondo il suo avvocato, Giovanni Cerella, inizia a realizzare l’enormità del suo gesto: “Piange in continuazione – ha affermato il legale – E’ pentito, molto pentito”. Nel corso dell’interrogatorio Di Lello si è avvalso della facoltà di non rispondere. “Non era nelle condizioni psicologiche di farlo – ha detto il suo legale – non ha la lucidità” necessaria. Nei prossimi giorni, appena sarà in grado di rispondere, i suoi legali Cerella e Andreoni presenteranno un’istanza per farlo ascoltare dai magistrati che lo accusano di omicidio volontario premeditato.

Lunedì a mezzogiorno in Procura si terrà un incidente probatorio chiesto dal pm Gabriella De Lucia, sul cellulare e il computer di Di Lello. Gli investigatori vogliono capire se ci sia stato un complice che ha avvertito l’omicida della presenza di D’Elisa davanti al bar.

Ai funerali di D’Elisa hanno preso parte centinaia di persone. La banda di Chieti, con una marcia sinfonica, ha accolto sul sagrato la bara bianca del giovane. Il parroco, don Antonio Totaro, ha ammonito i presenti: “Si fermi questa ondata di odio. Basta con questa violenza. Due vite completamente spezzate. Ha perso la città. Noi abbiamo perso”. Il sacerdote ha portato le condoglianze delle famiglie. “E’ qui presente il fratello di Roberta” ha detto, prima di condannare la dura contrapposizione in corso: “Queste morti riportino nella nostra comunità un po’ di serenità. Basta con i social media. Dobbiamo tornare a parlare tra di noi. Senza conoscere abbiamo condannato” ha aggiunto.

Ma al contrario su Facebook non sembra attenuarsi la guerra verbale tra chi difende l’assassino e chi invece invita solo a piangere le vittime di questa assurda vendetta. Uno degli ultimi gruppi apparsi si chiama “Italo D’Elisa. La giusta fine”, con parole pesanti nei confronti del ragazzo ucciso.

“Le anime dei giusti sono nella mani di Dio – ha detto il parroco nell’omelia – Stai tranquillo Italo, i giusti sono coloro che amano la vita e accolgono il dono di Dio, così come lo hai accolto tu. Non si poteva non volerti bene, sei stato sempre circondato da tanto amore”.

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