Corruzione e turbativa d'asta. Sono queste le ipotesi di reato indirizzate all'assessore regionale pugliese all'Ambiente, Filippo Caracciolo, candidato del Pd alla Camera in un collegio uninominale, nell'ambito di una indagine della Procura di Bari su una gara d'appalto per 5,8 milioni di euro per la costruzione di una scuola media a Corato, comune barese. L'assessore si è dimesso stamattina.
Le indagini
L'indagine rientra nel filone dell'inchiesta sull'Arca Puglia Centrale – l'agenzia regionale per la casa e l'abitare – che il 5 dicembre scorso aveva portato, tra l'altro, all'arresto dell'imprenditore Massimo Manchisi, titolare dell'impresa che sarebbe stata favorita dall'intervento di Caracciolo. Secondo l'ipotesi d'accusa, riprese da Ansa, Caracciolo avrebbe indotto il presidente della commissione aggiudicatrice della gara, Donato Lamacchia, a favorire la vittoria di Manchisi, in cambio dell'appoggio alle prossime elezioni.
Le dimissioni di Caracciolo
Si è intanto dimesso Caracciolo che ha comunicato stamattina al governatore Michele Emiliano la sua decisione di rimettere le deleghe. “Tale decisione – informa una nota – è motivata esclusivamente dall'intento di tutelare l'amministrazione regionale e di consentire una serena prosecuzione delle indagini”.
Tutelare le istituzioni
Il governatore Emiliano ha esporesso la sua “personale fiducia sul fatto” che Caracciolo “chiarirà completamente ogni dubbio sollevato dall'Autorità giudiziaria sulla sua condotta”. “La cultura istituzionale e politica della quale Caracciolo è portatore – ha avidenziato – lo ha indotto a tutelare le istituzioni che rappresenta prima di ogni altra cosa. E non posso che apprezzare questo gesto che contribuisce a consentire una, mi auguro, rapida conclusione delle indagini senza turbare la regolare attività della giunta”.