Sembra esserci una svolta nelle indagini sul corpo ritrovato ieri a Milano, mutilato e carbonizzato: le autorità fanno infatti sapere del fermo di due persone, sospettate di connessione con l'orribile soppressione del cadavere di donna rinvenuto in un gabbiotto dei rifiuti alla Bovisasca, dai Vigili del fuoco che erano intervenuti per spegnere l'incendio appiccato, probabilmente, proprio per occultare il corpo e gli altri resti. Uno dei due uomini sarebbe stato fermato all'aeroporto di Malpensa, in procinto di partire per il Sudamerica. Entrambi, stando a quanto riportato, sarebbero di origine colombiana, giunti a Milano solo qualche giorno fa. Nella giornata di ieri, un primo esame dei resti aveva fatto pensare che il corpo appartenesse a una donna ma, in queste ore, come riportato dall'Ansa gli inquirenti avrebbero ipotizzato che la vittima sia invece un uomo, non identificato in quanto le impronte digitali rilevate non hanno trovato corrispondenza nel database della Forza dell'ordine.
Le indagini
Nel frattempo, sono emersi ulteriori dettagli sulla modalità di occultamento: secondo i nuovi rilevamenti, il corpo sarebbe stato chiuso in una valigia, della quale sono stati trovati i resti sparsi nel gabbiotto. Al cadavere erano stati asportati gli arti e la testa, ritrovati nello stesso punto. In attesa dell'autopsia, affidata all'anatomopatologa Cristina Cattaneo e prevista in queste ore, gli inquirenti stanno cercando di ricostruire possibili piste connesse all'ambiente della malavita locale. La via più realistica per gli investigatori è quella di ottenere una testimonianza da qualcuno che ha assistito alle fasi subito precedenti all'incendio.