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Conte: “Ok alla revoca della concessione ad Autostrade”

E'andato avanti per tutta la notte il lavoro dei soccorritori fra le macerie del Ponte Morandi, a Genova. Il viadotto, lungo 1182 metri, è crollato nella giornata di ieri per un tratto di un centinaio di metri, precipitando per altrettanti verso il torrente Polcevera e le case di Sampierdarena che si trovavano nelle immediate vicinanze della riva. Ora però, i soccorritori sono stati costretti a interrompere il loro lavoro per il pericolo di nuovi crolli. Il rischio, in particolare, viene dal pilone rimasto in piedi appena al di qua del punto di rottura, secondo gli uomini dei soccorsi fortemente incrinato. Nelle ore notturne il bilancio dei morti ha continuato a salire, arrivando a 39. Tre di loro sono bambini, di 8, 12 e 13 anni. Una tragedia di proporzioni immani, che ha sconvolto il capoluogo ligure e costretto il nostro Paese a fare i conti con un nuovo disastro per il quale gli inquirenti sono già al lavoro: la Procura di Genova indaga per disastro colposo e omicidio colposo plurimo, il dibattito sullo stato del ponte e sulla sua storia edilizia è già iniziato nella giornata di ieri, quando le macerie avevano appena raggiunto il greto del torrente, portando con sé una trentina di veicoli e alcuni mezzi pesanti.

I soccorsi

Al momento sono 16 i feriti ricoverati in ospedale, 12 dei quali in codice rosso: una persona è stata dimessa ieri sera. Nel frattempo, fra i resti del ponte si è continuato a scavare, a cercare e sperare di trovare qualcuno ancora in vita: nelle scorse ore in 4 sono stati estratti vivi ma se ne cercano ancora tre, dispersi sotto il cemento e il calcestruzzo del tratto crollato del Morandi. Il lavoro dei soccorritori, durante la notte, si è concentrato lungo tre aree di ricerca, comprese fra i due lati del Polcevera e il greto del torrente. Due di queste sono state bonificate (il lato sinistro, occupato dai depositi dell'Amiu in parte travolti dai detriti, e la zona centrale, occupata dal letto del corso d'acqua, dove giacevano i resti dei mezzi precipitati e uno dei pezzi più grandi del tratto crollato), mentre nella terza, in zona ferrovia (lato destro del Polcevera), i Vigili del fuoco stanno scavando nei pressi di ciò che resta del pilone e in una breccia aperta fra le macerie, dove sono ancora presenti delle auto.

Ricerche a oltranza

Il capo della Protezione civile di Genova, Angelo Borrelli, aveva inizialmente fatto sapere che il lavoro non si sarebbe fermato ma, successivamente, l'annuncio del “rischio che altre parti del ponte possano crollare” si è fatto improvvisamente estremamente concreto, costringendo uomini e mezzi a interrompere le ricerche. Per lo stesso motivo, nella giornata di ieri la Protezione civile aveva “sfollato le persone da tutti gli edifici circostanti” (oltre 400 le persone sgomberate). “Al momento del crollo – ha precisato Borrelli – transitavano 30-35 autovetture e tre mezzi pesanti”. Nelle prossime ore si valuterà la situazione anche in altre zone nei pressi del ponte e si deciderà se procedere con ulteriori sgomberi. Di certo, al momento, si sa solo che ciò che resta del Morandi andrà demolito. Dopo 51 anni di travagliata storia e una tragedia di proporzioni immani che vi ha messo fine.

Nel frattempo, il premier Conte ha annunciato che partirà immediatamente l'iter per la revoca delle concessioni ad Autostrade, che tra l'altro rischia multe fino a 150 milioni di euro. “Avvieremo la procedura per la revoca senza attendere le risultanze in sede penale”.

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