Due anni e otto mesi. E' questa la pena che dovrà scontare Lara Bombonati, la foreign fighter italiana accusata di associazione confinalità di terrorismo. La donna è stata ritenuta colpevole di aver fiancheggiato associazioni terroristiche di matrice islamica mentre era in Siria. Le motivazioni della Corte di Assise di Alessandria saranno depositate fra 90 giorni.
L'arresto
La Bombonati, che è stata arrestata nel giugno del 2017, aveva abbracciato la fede islamica e sposato Francesco Cascio, un combattente italiano che risulterebbe morto “in battaglia”, seguendolo in Turchia e in Siria. Le manette ai suo polsi sono scattante nella notte tra il 24 e il 25 giugno 2017 a Tortona, nella casa della gemella Valentina. Senza fissa dimora, la Bombonati abitava tra la cittadina e la frazione di San Vito di Garbagna, sempre sulle colline tortonesi, dove c'è la casa estiva dei nonni materni.
La pena
Dopo i due anni di carcere, la foreign fighter dovrà scontare anche un anno in comunità. “Sono convinto che a breve verrà scarcerata, perché non ci sono le esigenze cautelari”, ha commentato il suo difensore, l'avvocato Lorenzo Repetti, osservando che la sua assistita ha già scontato due anni e 5 mesi di carcere. Per il legale, Lara – come accertato dai periti – sarebbe affetta da disturbi della personalità, per questo il posto ideale per essere curata sarebbe una comunità idonea.
La Turchia espelle i foreign fighter dell'Isis
Nel frattempo, si è appreso che la Turchia ha espulso il primo foreign fighter dell'Isis detenuto nelle sue carcere. Si tratta di un cittadino americano, secondo quanto riferito dal portavoce del ministero dell'Interno. Altri 7 jihadisti tedeschi del sedicente Califfato saranno espulsi giovedì. “Un terrorista straniero americano è stato espulso dalla Turchia dopo che tutti i passaggi burocratici sono stati completati”, ha spiegato il portavoce di Ankara, Ismail Catakli. Entro la giornata di oggi dovrebbero essere espulsi altri due foreign fighter: uno tedesco e uno danese. L'intenzione del governo di Recep Tayyp Erdogan di avviare i rimpatri, anche di miliziani che sono stati privati dalla cittadinanza dai loro Paesi, era stata anticipata nei giorni scorsi. Nelle prigioni turche ci sono 1.200 combattenti dell'Isis, tra cui diversi occidentali ed europei.