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Condannata a 9 anni di reclusione Fatima, la prima foreign fighter italiana

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Maria Giulia Sergio, meglio conosciuta anche come “Fatima” – la prima foreign fighter che, se ancora viva, si troverebbe in Siria a combattere tra le fila dello Stato Islamico – è stata condannata a nove anni di carcere dalla Corte di Assise di Milano. Si tratta della prima condanna per un foreign fighters nel nostro Paese.  Oltre a lei, la Corte di Milano, ha condannato anche il padre di Fatima, Sergio Sergio, a 4 anni, e il marito, Aldo Kobuzi, a 10 anni. Kobuzi, è partito per unirsi alle milizie dello Stato Islamico nell’autunno del 2014, dopo un matrimonio via internet con Fatima, che si è convertita all’Islam nel 2008 e si è poi radicalizzata sul web.

La decisione della Corte ha confermato le richieste fatte dal procuratore aggiunto, Maurizio Romanelli, e dal pubblico ministero, Paola Pirotta, che avevano chiesto il massimo della pena possibile. Solo per il marito di Fatima la Corte ha superato la richiesta di pena formulata dalla Procura.

Inoltre, a nove anni di carcere come Fatima, è stata condannata la cosiddetta “maestra” Haik Bushra, accusata di aver reclutato di Maria Giulia e di sua sorella Marianna. Ora Bushra, cittadina canadese, si troverebbe in Arabia Saudita. Donika Coku e Seriola Coku, rispettivamente madre e sorella di Aldo Kobuzi, sono state condannate a otto anni di reclusione.

Tutti i condannati sono latitanti, ad eccezione del padre di Fatima che venne arrestato insieme alla moglie Assunta Buonfiglio (deceduta) e alla figlia Marianna condannata a 5 anni e 4 mesi di reclusione. I tre vennero arrestati nel luglio del 2015 perché, in base a quanto emerso dalle indagini, erano tutti in procinto di partire per raggiungere Fatima che li incitava ad unirsi ai terroristi del sedicente Califfato.

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