Bufera sulle università italiane. Infatti, 7 docenti sono finiti agli arresti domiciliari in quanto accusati di reati di corruzione. Altri 22 persone sono stati interdetti dallo svolgimento delle funzioni di professore universitario e di quelle connesse “ad ogni altro incarico assegnato in ambito accademico per la durata di 12 mesi”.
Concorsi truccati e spartizione di cattedre
L'inchiesta “Chiamata alle Armi”, eseguita nelle prime ore della mattina dalla Guardia di Finanza di Firenze su tutto il territorio nazionale, è stata aperta dopo un primo caso di corruzione accertato nel capoluogo fiorentino. Complessivamente, sono 59 i docenti indagati per reati di corruzione. Le indagini sono partite dal presunto tentativo da parte di alcuni professori universitari di indurre un ricercatore, candidato al concorso per l'abilitazione scientifica nazionale all'insegnamento nel diritto tributario, a ritirare la propria domanda per favorire un altro ricercatore in possesso di un curriculum notevolmente inferiore, promettendogli in cambio l'abilitazione nella tornata successiva.
Le indagini
Secondo quanto comunicato dalla guardia di finanza, le indagini hanno consentito di accertare “sistematici accordi corruttivi tra numerosi professori di diritto tributario”, alcuni dei quali già pubblici ufficiali in quanto componenti di diverse commissioni nazionali nominate dal Miur. Gli “accordi” avevano lo scopo di rilasciare abilitazioni “secondo logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori, per soddisfare interessi personali, professionali o associativi”. Gli agenti della guardia di finanza hanno inoltre eseguito 150 perquisizioni domiciliari in uffici pubblici, abitazioni private e studi professionali.