Sembra essere vicina a una risoluzione la complessa vicenda di Cyntoia Denise Brown, la donna che uccise il suo aguzzino quando aveva appena 16 anni, ricevendo poi una condanna all'ergastolo. Ora, a distanza di oltre dieci anni dal delitto (avvenuto nel 2004), la oggi 30enne Cyntoia ha ricevuto la grazia: questo, almeno, quanto riferito dal governatore del Tennesse. Dopo aver trascorso gli ultimi 15 anni in cella con l'accusa di omicidio, la revisione del processo sembra aver portato i magistrati a rivedere la decisione del 2006 e a disporre il rilascio sotto supervisione il prossimo 7 agosto: “Questa decisione – ha spiegato il governatore Bill Haslam – arriva dopo un'attenta considerazione di quello che è un caso tragico e complesso. Cyntoia Brown commise, per sua stessa ammissione, un crimine orribile all'età di 16 anni. Eppure, imporre una condanna a vita su un giovane che avrebbe dovuto attendere almeno 51 anni prima di essere ammessa alla libertà condizionata, è troppo dura, specialmente alla luce degli straordinari passaggi che la signora Brown ha intrapreso per ricostruire la sua vita: la trasformazione dovrebbe essere accompagnata dalla speranza”.
Il processo
La storia di Cyntoia Brown aveva destato grande scalpore nell'opinione pubblica americana, sia per la sua giovane età che per quanto raccontato in fase di processo. La Brown, secondo quanto da lei stessa raccontato, finì giovanissima in mano ai trafficanti del sesso, venendo costretta a prostituirsi e arrivando a essere “presa” dall'uomo che poi uccise, un 43enne che, a detta della giovane, la sottoponeva a continue violenze. Secondo i magistrati, Cyntoia Brown uccise il suo presunto aguzzino con un colpo di pistola mentre lui stava dormendo, prendendo poi i soldi e dileguandosi con il suo camion. Per i pm, il movente dell'omicidio era da ricercare nel furto e non nella legittima difesa. Gli elementi emersi dal racconto della Brown non bastarono a convincere i giudici a risparmiarle l'ergastolo, in quanto la riconobbero come adulta e posero la prostituzione come aggravante.
La mobilitazione
Il caso Brown riemerse dai meandri delle cronache circa un anno fa, più o meno in coincidenza all'esplosione del Sexgate a Hollywood, con numerose personalità del mondo dello spettacolo ad avviare una mobilitazione per chiedere la revisione del processo, visti anche i 51 anni di carcere richiesti prima di poter avanzare la richiesta della condizionale. Anche numerosi politici del Congresso e alcuni legislatori del Tennessee hanno iniziato a muoversi per chiedere clemenza nei confronti della ragazza. Il suo caso, d'altronde, aveva contribuito a rivedere alcuni passaggi della legislazione dello Stato in merito alla tutela delle vittime della tratta.