Continua a salire il bilancio della tragica esplosione che si è verificata nel porto industriale di Tianjin, in uno dei magazzini utilizzato per lo stoccaggio di materiale chimico. Si contano infatti 104 vittime, mentre i feriti sono 721 di cui 25 versano in gravi condizioni. E mentre le squadre di soccorso giocano una partita contro il tempo per recuperare gli eventuali superstiti, a oltre 72 ore dalla tragedia un altro uomo è stato salvato a 50 metri dall’epicentro dell’esplosione.
Resta ancora alto l’allarme per le eventuali sostanze chimiche che la deflagrazione, e il successivo incendio, possano aver liberato nell’aria contaminandola. Proprio per questo motivo, le autorità cinesi hanno ordinato l’evacuazione degli abitanti che vivono in prossimità del grande deposito, fino ad un raggio di 3 chilometri. Sia le squadre di soccorso che quelle addestrate per affrontare disastri nucleari e chimici, stanno lavorando in condizioni di estrema difficoltà a causa della presenza di micidiali cocktail di sostanze nocive.
Le esplosioni hanno danneggiato circa 17 mila famiglie, 1.700 imprese e 675 centri commerciali. I 6.300 senzatetto sono stati ricoverati in 12 scuole e 3 edifici. Inoltre la società privata che gestiva lo stoccaggio è sotto accusa in quanto non teneva un aggiornato registro delle materie immagazzinate.