Continuano i decessi in Cina a causa delle forti piogge e conseguenti inondazioni che stanno flagellando da giorni il Paese del dragone. Nelle regioni settentrionali almeno altre 75 persone sono morte o risultano disperse da lunedì scorso. Lo ha reso noto il governo oggi. Queste vittime si aggiungono ai 576 morti o dispersi a livello nazionale nei primi sei mesi dell’anno, causati sempre a causa del maltempo. In particolare, a Pechino – megalopoli di 22 milioni di abitanti – piove ininterrottamente da martedì.
Molte strade della capitale sono allagate e le autorità sono state costrette a cancellare centinaia di voli e treni. Nel centro del Paese si teme per gli argini dei fiumi ed è stato necessario mobilitare i militari per evitare esondazioni. La Cina è infatti sede di un gran numero di fiumi. I tre maggiori sono, in italiano, il “Fiume Giallo”, il “Fiume Azzurro”- il maggiore cinese e il terzo per lunghezza al mondo e lo Xi Jiang (o “fiume dell’ovest”), che hanno tutti origine sull’altopiano tibetano. Soprattutto in estate, a causa dell’influenza del monsone estivo, il dissesto idrografico provoca frequenti piene dei grandi fiumi che portano inondazioni con conseguenze disastrose sugli insediamenti umani e sulle coltivazioni.
Per evitare ulteriori vittime, il governo cinese ha fatto già evacuare in misura preventiva decine di migliaia di abitanti. Nelle aree più colpite, oltre a morti e feriti, si registrano anche danni per centinaia di milioni di dollari.