Domenica di paura per i cristiani ortodossi che vivono nella regione russa del Daghestan, zona prevalentemente musulmana. Un uomo, armato di fucile, ha aperto il fuoco in una chiesa ortodossa. Il killer è stato ucciso, ma l'attacco ha causato 5 feriti, tra cui due guardie, e 5 morti, tutte donne. Il fatto è avvenuto nella cittadina di Kizlyar durante la celebrazione della festività ortodossa di Maslenitsa che in Russia, Ucraina e Bielorussia si svolge nella settimana immediatamente precedente la Quaresima e che corrisponde grosso modo al carnevale.
Assalto al grido di “Allah Akbar”
Il quotidiano russo Rbk ha pubblicato la testimonianza di un prete secondo il quale l'uomo avrebbe aperto il fuoco su dei fedeli: “Avevamo terminato la messa, la gente cominciava a uscire. Un uomo con la barba ha corso verso la chiesa gridando 'Allah Akbar' e ha ucciso quattro persone. Aveva un fucile e un coltello”. Confinante con la Cecenia, il Dagestan è una delle regioni più povere e instabili della Russia. E' bersaglio regolare di attacchi talvolta rivendicati dall'Isis, a cui la rivolta armata islamista nel Caucaso russo ha giurato fedeltà nel giugno 2015.
La rivendicazione dell'Isis
L'Isis ha rivendicato l'attacco di ieri a una chiesa ortodossa nella repubblica russa del Daghestan, nel quale sono rimaste uccise cinque donne. “Un soldato dell'Islam, Khalil Daghestani, ha attaccato una chiesa nella città di Kizlyar, nel Daghestan”, ha scritto la rete jihadista tramite l'app di messaggistica Telegram. L'aggressore era un uomo locale poco più che ventenne. Il ministero regionale degli Interni ha dichiarato che l'uomo ha usato un fucile da caccia e che quattro donne sono state uccise sul posto, mentre l'aggressore è stato “eliminato”. Una quinta donna è morta poi in ospedale per le ferite riportate, secondo il ministero della Sanità.
Tajani: “Uccidere in nome di Dio significa uccidere Dio”
Dal suo account Twitter, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, in merito all'attacco rivendicato dall'Isis in Russia, afferma:
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